Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Attendiamo il Decreto Ristori Cinque ricordando che il settore alberghiero non ha potuto beneficiare dei ristori di dicembre previsti per altri settori, pur essendo di fatto rimasto bloccato completamente dai limiti imposti dal lockdown”. Così in una nota Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Confindustria Alberghi, lancia un accorato appello al Governo Conte affinché sostenga il settore con misure adeguate.
Secondo le stime elaborate dall’associazione, l’anno 2020 si è chiuso con una perdita di fatturato che per il settore supera l’80%, pari al oltre 17 miliardi di euro.
“Abbiamo davanti a noi almeno altri quattro mesi di grandissima difficoltà, poi speriamo in un inizio di ripresa che comunque non potrà che essere debole e discontinua”, continua Colaiacovo.
Le richieste
Secondo l’associazione, servono interventi proporzionati alle reali perdite. “Ad oggi i ‘ristori’ sono stati parametrati esclusivamente alle perdite del mese di aprile 2020 sull’anno precedente - spiega la vice presidente di Confindustria Alberghi -. Una misura che poteva andar bene nel primo periodo, ma che nel prosieguo ha determinato delle distorsioni nel settore tra gli operatori più o meno attivi in quel mese e comunque ha evidenziato una distanza siderale rispetto alle perdite reali maturate nei successivi 10 mesi”.
Oltre a ristori adeguati, aggiunge Colaiacovo, “ci sarà bisogno di ulteriori misure per accompagnare le aziende lungo tutto il 2021 attraverso una ripresa lenta e difficile. Abbiamo bisogno di un pacchetto di misure dedicato che disegnino una strategia per la sopravvivenza ed il rilancio del settore”.
Tra le richieste della categoria, “risorse per affrontare le crisi senza rinunciare agli investimenti; credito di lungo termine; strumenti di finanza alternativa dedicati al settore; un tax credit ‘rafforzato’ sugli investimenti per ristrutturazioni e riqualificazioni; decontribuzione per il lavoro; riduzione del carico fiscale; riduzione dell’Iva per aumentare la competitività del Paese e nuove regole per l’intermediazione online, oggi appannaggio esclusivo delle Ota”.