Il commento del direttore
Remo Vangelista
I sostegni, gli aiuti e le compensazioni hanno sanato solo una parte delle perdite del periodo Covid più duro. Questo gli albergatori lo dicono ormai da tempo e ora guardano a fine anno con preoccupazione.
Da più parti si levano proteste per l’aumento dei costi legato alle bollette. Così hotel e resort iniziano a pubblicare sui social i loro conti e monta la protesta. Nessuno nasconde più nulla “perché ormai abbiamo ben poco da perdere”. In un quadro così complesso e ad alta tensione abbiamo intervistato Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi. Nei giorni scorsi intervenendo su Il Sole 24 Ore ha avanzato un quadro abbastanza negativo con una parte degli hotel a rischio chiusura già a fine stagione.
Da proprietaria di albergo cosa la preoccupa maggiormente per l’autunno?
Ormai è dalla fine del 2021 che sono preoccupata. Da dicembre a oggi le bollette del gas sono quadruplicate e non vediamo nulla di buono per i prossimi mesi. Da albergatrice (guida il Park Hotel dei Capuccini a Gubbio) vedo crescere di settimana in settimana i costi dei servizi esterni. E nessuno vuole riversare certo tutti questi aumenti sul consumatore finale. Per non parlare della marginalità ormai scomparsa.
Quindi malgrado la revisione al rialzo delle tariffe il settore non produce redditività?
Non è possibile, l’aumento dei vari servizi è superiore al margine operativo e quindi inevitabile annunciare che andando avanti di questo passo numerose strutture dovranno cedere il passo.
Sarà un autunno nero?
L’estate ha ridato morale , entrate questo è vero. Ma arriviamo da due anni di perdite legate alla pandemia e non ci voleva questa mazzata delle utenze. Se non verranno messi a punto alcuni correttivi la chiusura per molti si renderà inevitabile.
La politica chiede interventi immediati, ma siamo a fine estate e presto arriverà il conto…
Un’impresa alberghiera con queste bollette non può farcela assolutamente. Non si tratta di fattore di occupazione alto o meno, ma di un monte costi insostenibile. Poi non possiamo attendere le decisioni del prossimo Governo.
Ma il Governo Draghi è ormai agli sgoccioli e non interverrà in modo massiccio come chiedono tutte le associazioni.
Parliamo di un’emergenza nazionale che andrebbe affrontata in modo vigoroso ed immediato. Non possiamo attendere l’esito delle elezioni politiche. Se la bolletta dell’Enel passa da 16mila euro a 66mila euro non possiamo attendere oltre.
Intanto qualche timido segnale di inversione s’intravede. In attesa che anche l’Unione Europea prenda una decisione, rapidamente se possibile.