Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’impatto dell’inflazione sul potere d’acquisto degli italiani sta portando a una maggiore riflessione sul periodo e la lunghezza del soggiorno e a una tendenza a prenotare sempre più sottodata, ma Ada Miraglia non teme ripercussioni sul fatturato, anzi. A fronte della componente italiana, quest’anno più attendista del solito, il direttore commerciale di CDSHotels sottolinea infatti il formidabile impatto di un fenomeno comune ad altre realtà dell’ospitalità del Sud Italia: il ritorno in massa degli ospiti internazionali.
Fatturato a più 33%
“Rispetto al 2022, che per noi è stato l’anno migliore in assoluto - sottolinea -, i primi mesi di apertura delle nostre strutture, da marzo a oggi, hanno fatto segnare un ulteriore incremento di fatturato di 33 punti percentuali”. Incremento che è da attribuirsi in modo quasi esclusivo alla componente internazionale di clientela, predominante nel periodo primaverile.
Dal Lussemburgo clienti fidelizzati
“Abbiamo iniziato la stagione il 7 marzo con il Porto Giardino, prenotato soprattutto dai francesi, mentre quasi tutte le altre strutture sono operative dal 1° aprile e piene di inglesi, belgi e tedeschi”. Interessante la tenuta degli ospiti che arrivano dal Lussemburgo, fidelizzati ormai da lungo tempo, altospendenti e interessati ad approfondire la conoscenza del territorio: “Più di dieci anni fa – ricorda Miraglia – siamo stati noi a far venire la Luxair su Brindisi e Bari: un lavoro di preparazione durato due anni, in cui noi abbiamo fatto da tramite tra il vettore e la Regione, fino a spuntare l’accordo con l’assessore al Turismo per i voli”.
Forecast a doppia cifra
Tornando alle cifre, il forecast da oggi fino a fine stagione parla di un incremento più contenuto rispetto ai primi mesi, ma comunque molto significativo: più 22% di fatturato sul 2022. “Un dato reale – spiega Miraglia -, perché si basa sulle prenotazioni già inserite” e che è frutto di un lavoro certosino di contenimento dei costi, in modo da non impattare con il rincaro del soggiorno sulla psicologia dei potenziali clienti italiani, i più attendisti quest’anno: “Un lavoro non certo facile - puntualizza Miraglia - se consideriamo l’inflazione galoppante e l’impennata dei prezzi delle forniture, soprattutto quelle agroalimentari. Un exploit quest'ultimo che abbiamo quantificato, per il 2022, in un più 13% medio, ma che quest’anno cercheremo di contenere grazie anche al potere contrattuale elevato della nostra centrale acquisti unificata. Con queste premesse abbiamo deciso di applicare, quest’anno, una politica che potrei definire più che di rincaro, di riduzione degli sconti applicati sul listino ufficiale”.