Il commento del direttore
Remo Vangelista
All’indomani del Consiglio dei ministri nel corso del quale era stato ipotizzato si sarebbe discusso della modifica della tassa di soggiorno, associazioni di categoria e albergatori possono tirare un sospiro di sollievo.
Molto rumore per nulla, si può dire, su un tema che ha tenuto banco nei giorni scorsi, quando si era diffusa la voce che una bozza con alcune modifiche abbastanza rilevanti sarebbe arrivata sul tavolo di Palazzo Chigi in piena estate all’interno del decreto Omnibus.
Fra le modifiche previste, le più significative allo studio riguarderebbero l’estensione a tutti i comuni della possibilità di applicare la tassa di soggiorno, al momento invece legata alla definizione di comune come ‘turistico’. Inoltre, si prevederebbe anche la possibilità di aumentare l’imposta da richiedere a chi dorme: come oggi, viene legata al costo della camera, e, secondo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, può arrivare fino a 25 euro a camera.
Già nei giorni scorsi, a fronte di un passaggio repentino della nuova formulazione in Cmd, si erano sollevate le proteste delle associazioni di categoria, a cui sono seguite anche le richieste dell’Anci, l’associazione dei comuni, al Governo per aprire un confronto prima di definire uno strumento che, di fatto, andrebbe a incrementare le entrate dei comuni, ma va anche gestito dai comuni stessi.
Già l’altro ieri la ministra Santanché aveva gettato acqua sul fuoco, rimandando la discussione con le associazioni di categoria a settembre. Ma fino a ieri, il timore che il provvedimento arrivasse comunque in Consiglio dei ministri era palpabile.
Pericolo per ora scongiurato, in attesa di settembre.