Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il prossimo Dpcm non porterà buone notizie per gli hotel in montagna, che si prevede resteranno chiusi per tutte le vacanze natalizie. Anche per i viaggi all’estero probabile fumata nera, con la quarantena imposta al rientro.
È il Corriere della Sera a fare la radiografia di un provvedimento che mira a bloccare gli spostamenti in Italia “per evitare di ripetere a Natale gli assembramenti e i contagi da Covid-19 di Ferragosto”. Proprio per rendere difficili gli spostamenti sulla neve si starebbe pensando di chiudere hotel e resort: le date non sono fissate, ma l’orientamento dell’esecutivo è far scattare queste disposizioni dal 20 dicembre e mantenerle fino al 10 gennaio.
Oggi i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia ne discuteranno con i governatori, convocati per mettere a punto il Dpcm in vigore dal 4 dicembre.
Ma la linea del rigore è tracciata, e solo i dettagli saranno messi a punto nelle prossime ore.
Il Governo si è comunque impegnato con le Regioni a ristorare le perdite degli albergatori, eppure la misura straordinaria provocherà polemiche. La proposta di mediazione con cui Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Province autonome di Bolzano e Trento volevano evitare il tracollo del settore sarà respinta: prevedeva la possibilità di aprire gli impianti di risalita delle piste da sci per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case.
A chi tornerà dall’estero nei prossimi giorni basterà sottoporsi al tampone, ma a partire dal 20 dicembre tutti coloro che torneranno dall’estero dovranno stare in quarantena di dieci giorni. La misura di è stata decisa dopo aver compreso che difficilmente potrà essere raggiunto un accordo in sede europea sulle vacanze sulla neve, con Austria e Svizzera che hanno già comunicato che impianti e piste da sci saranno aperti.