Il commento del direttore
Remo Vangelista
È evidente che il Belpaese è particolarmente affezionato ad alcuni momenti della sua storia. In particolare, a quel punto del Medioevo che tutti, nelle lezioni di scuola, abbiamo imparato a conoscere come ‘L’Italia dei Comuni’: citando la Treccani, “un momento di governo autonomo cittadino, che si sviluppò fino a ottenere riconoscimenti giuridico-politici da autorità superiori (re, imperatore) e che in Italia raggiunse una indipendenza di fatto”.
E così, affezionati a questa indipendenza, di nuovo assistiamo a un Paese in cui il Governo centrale legifera in un modo e i Comuni, in autonomia, decidono in un altro.
Nuove regole città per città
È notizia di ieri che le diverse città, in maniera totalmente indipendente, stanno decidendo di reintrodurre l’uso della mascherina all’aperto anche se il territorio non rientra in zona gialla. E ogni città, naturalmente, ha intenzione di introdurre quest’obbligo in maniera diversa, su aree diverse, su periodi diversi.
Milano, ad esempio, pensa di introdurre l’obbligo solo nella zona del Duomo (ma potrebbe essere estesa fino al Castello, forse solo per chi passa su via Dante) da domani fino al 31 dicembre. Bologna, invece, vuole prorogare l’obbligo fino al 9 gennaio, ma su tutto il centro storico. Roma sta pensando a un provvedimento analogo a quello di Milano, con in più il posizionamento di transenne per limitare gli accessi ad alcune vie e piazze.
Bergamo farà in un’altra maniera ancora, limitando l’utilizzo della mascherina alle vie dello shopping; Firenze, invece, pensa di partire dal primo o dal secondo weekend di dicembre con l’obbligo di mascherina; Venezia lega il provvedimento al calendario delle festività (sembra una battuta, ma è prevedibile l'obbligo di maschera a Carnevale).
E siamo solo al primo giorno dopo l’approvazione dell’ultimo decreto sulle nuove misure anti Covid. Chissà nei prossimi cosa succederà.
Il Medioevo e l’immagine del Paese
Ora, è vero che il Medioevo sta tornando di moda in tutto il mondo, ma nel Medioevo probabilmente si era meno interessati ai flussi turistici rispetto a quanto lo si è oggi. Le priorità, per essere chiari, erano altre.
Immaginiamo un viaggiatore, anche italiano, ma ancor di più internazionale, che in una settimana effettua il classico giro d’Italia turistico (Milano, Firenze, Venezia, Roma e qualche altra meta) alle prese con regole diverse sulle mascherine in ogni città che visita, o a rischio multa se per caso sbaglia la via in cui passare. Che impressione potrà mai avere, se non quella di un indistricabile guazzabuglio di regole che rendono complicatissimo un viaggio in Italia?
Senza contare l’immagine negativa che un turista, soprattutto extraeuropeo, può percepire dalla necessità di rimettere le mascherine all’aperto: vista da lontano, la situazione sembra di nuovo disperata.
E disperata, per fortuna, per ora non è.