Il commento del direttore
Remo Vangelista
Nel boom registrato dal turismo internazionale in Italia, che secondo il report della Banca d’Italia nei primi otto mesi dell’anno ha recuperato i livelli pre-pandemia del 2019, un posto di rilievo è occupato dalla Sicilia.
Secondo i dati di Bankitalia, nei primi sei mesi di quest’anno la Regione ha recuperato due posizioni nella classifica nazionale piazzandosi settima, ex aequo con la Campania, ma ha anche raddoppiato le performance rispetto agli anni precedenti. Come riporta La Sicilia infatti, da gennaio a giugno di quest’anno l’Isola ha ospitato un milione 482mila turisti stranieri, quando erano stati 850mila nel primo semestre del 2021. Ma già nel 2021 aveva recuperato il 5,8% rispetto alle perdite dell’anno precedente.
Però l’Isola quest’anno è sesta per numero di pernottamenti: 7milioni 236mila, il quadruplo rispetto al milione 759mila dei primi sei mesi dell’anno scorso. E il sistema turistico siciliano, per cercare di recuperare le perdite, ha anche alzato le tariffe riuscendo a selezionare un target più elevato di viaggiatori: la spesa dei visitatori stranieri è salita a 641 milioni, quindi ogni turista ha speso 432 euro.
Adesso la sfida è quella di mantenere questo ritmo di crescita, riuscendo a destagionalizzare il turismo nelle città d’arte meno gettonate del Sud.
Complici il meteo clemente e una migliore organizzazione, occorre proporre pacchetti concorrenziali. In questo il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, è pronto a intervenire: «Il Ministero - dice Santanchè a La Sicilia - si impegnerà a mettere in campo misure di sostegno per il settore, affinché sui 30 miliardi che abbiamo individuato con la Nadef, il comparto del turismo possa ricevere tutte le risorse necessarie. Questo anche per recuperare le perdite causate dalla pandemia. Al tempo stesso, serviranno iniziative di promozione volte a favorire la destagonalizzazione del turismo anche attraverso forme di turismo alternative”.