Il commento del direttore
Remo Vangelista
La sentenza del Consiglio di Stato non ammette deroghe: il termine delle concessioni balneari è fissato al 31 dicembre, come ribadito dai giudici della sesta sezione del Consiglio. Tuttavia i punti interrogativi non mancano, come spiegano i sindaci dei Comuni romagnoli, che denunciano la mancanza di chiarezza da parte del Governo.
“Tutti gli organi dello Stato - si legge nella pronuncia dei giudici del Consiglio di Stato - hanno il dovere di disapplicare le proroghe generalizzate legislativamente previste per le scadenze delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo”. La pronuncia rimarca il contenuto della sentenza dello scorso primo marzo, quella che aveva dichiarato illegittimo lo slittamento dei termini al 31 dicembre 2025 inserito nel decreto Milleproroghe dal governo Meloni. Le concessioni, dunque, saranno riassegnate tramite gare pubbliche e i Comuni sono chiamati a predisporre i bandi di gara.
Mancano le linee guida per i bandi
Ed è proprio qui che, come spiega corriere.it, il meccanismo s’inceppa: i bandi, infatti, non possono essere predisposti perché mancano i decreti attuativi per poterli preparare. “In Comune - spiega il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli - abbiano organizzato un gruppo di lavoro interdisciplinare. Il problema è che il governo è totalmente assente: mancano i decreti attuativi, le linee guida per predisporre questi bandi e senza questi è impossibile procedere. Per cui il futuro è un grande punto interrogativo. Siamo pronti ma fermi e non dipende da noi”.
L’ipotesi, come dichiarano i titolari degli stabilimenti balneari, è che tutto slitti ancora al 2025. “Saremo noi al timone degli stabilimenti nell’estate del 2024 - assicura Mauro Vanni di Confbalneari Rimini -, sono certo che i Comuni si avvarranno del decreto Draghi che prevede una proroga di un anno per l’espletamento delle evidenze pubbliche”.
Una conferma arriva dal sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, dato che il decreto previsto da Draghi sulla proroga non è stato ancora invalidato, neppure dal Consiglio di Stato. “La questione – sottolinea - è matematica: alla prossima estate manca meno di un anno e finché le concessioni non verranno riassegnate i titolari delle strutture rimarranno quelli ‘vecchi’, lo dice la legge”.