Il commento del direttore
Remo Vangelista
Malgrado le difficoltà connesse alla ripartenza post covid, i cinesi che si sono rimessi a viaggiare sono tanti, ma comunque meno di quelli che vorrebbero farlo.
La rete consolare, in particolare quella europea, non riesce a tenere testa alla quantità di richieste. Il presidente di Confindustria Alberghi Maria Carmela Colaiacovo conferma questo trend. In un intervento riportato dal Sole 24Ore, la manager spiega che “Nel mondo, nel 2019 avevano viaggiato 170 milioni di cinesi, 75 milioni per viaggi interni, 10 in Europa di cui 3 milioni in Italia per 5 milioni di giorni di pernottamento. Ora siamo a 6 milioni di cui, presumibilmente, stando ai dati Enit, 2 milioni in Italia”.
Numero che potrebbe essere di molto superiore se, come sembra, ci vogliono due mesi per ottenere un appuntamento per il visto.
I dati confermano poi che i cinesi viaggiano soprattutto per fare shopping. “Siamo al 40% rispetto ai movimenti del 2019 – conferma Stefano Rizzi, country manageri di GlobalBlue. Le speranze di una vera ripresa sono legate al primo trimestre del 2024, sulla scia di Golden Week e Capodanno Cinese.
Intanto, gli aeroporti italiani hanno fatto tutto il possibile. Federico Scriboni, head of aviation business development di Adr, ricorda che d’estate sono tornate a volare tutte le cinque compagnie che operavano prima del Covid. “A queste si aggiunge China Airlines su Taipei. In termini di voli, a settembre sono previsti 33 frequenze settimanali per la Cina, con un picco di sette partenze e sette arrivi al venerdì.
Per Malpensa Marco Fidato, chief operating officer, precisa che “Milano e Roma sono le uniche destinazioni operate direttamente in Italia dalla Cina. Milano grazie a Neos è l'unica destinazione che vede un operativo (Nanjing due volte a settimana) operato da un vettore di bandiera italiana. A Milano il portafoglio rotte è in continuo sviluppo, grazie al brand Milano e al traffico merci che sostiene anche l'economicità delle rotte”.