Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Uno strumento utile, che auspichiamo contribuisca alla bonifica di un mercato che purtroppo è ancora inquinato da situazioni sommerse, illegali o borderline”. Così Federalberghi definisce il Cin, il Codice Identificativo Nazionale che parte oggi per le strutture ricettive italiane. E proprio il dato di questa mattina parla di quasi l’80% di queste già registrate nella banca dati nazionale, per un totale di oltre 451mila su 571mila complessive.
La migliore performance si registra nella provincia di Matera, con il 94,10% dei Cin rilasciati rispetto al totale delle strutture registrate, seguita dalla provincia autonoma di Bolzano (93,09%). Al lato opposto di questa classifica troviamo le province di Terni (54,33%) e di Trieste (55,69%).
La classifica delle regioni
Le regioni in cui è stato rilasciato il maggior numero di Cin sono la Toscana (54.134), la Lombardia (48.463), il Veneto (48.747), il Lazio (40.244), la Puglia (36.720) e la Sicilia, con un totale di 35.411 strutture registrate.
Il Cin nazionale sarà utilizzato anche sul fronte della trasparenza fiscale. La legge di bilancio 2025, in vigore da ieri, ha infatti previsto l’indicazione del codice identificativo nelle dichiarazioni fiscali e nella dichiarazione unica, ma anche nelle comunicazioni sulle transazioni effettuate sui portali, che gli intermediari devono inviare annualmente all’Agenzia delle Entrate.
Sul sito internet istituito dal Ministero del Turismo (https://bdsr.ministeroturismo.gov.it/) è possibile monitorare in tempo reale lo stato di avanzamento nei vari territori. I turisti avranno inoltre la possibilità di verificare l’autenticità di ogni singolo codice.
Le multe
La sanzione applicabile, a partire da oggi 2 gennaio 2025, varia da 800 a 8.000 euro in caso di strutture o immobile privi di Cin e da 500 a 5.000 euro in caso di mancata esposizione del Cin all’esterno dello stabile in cui è collocato l’appartamento o la struttura o di mancata indicazione del codice identificativo in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato.
Prevista, inoltre, una sanzione da 500 a 5.000 euro a carico dei soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e di coloro che gestiscono portali telematici, da applicarsi in caso di mancata indicazione del Cin in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato.
“Nell’invitare i ritardatari a non indugiare - sottolinea Federalberghi - confidiamo che il periodo di rodaggio sia ispirato da un principio di ragionevolezza, salvaguardando la posizione di tutti coloro che - pur non essendo ancora in possesso del Cin - possano dimostrare di aver presentato la richiesta”.