Il commento del direttore
Remo Vangelista
Indicatori positivi per le vacanze neve 2024/2025 in Italia. Al contrario dell’andamento generale dell’inverno italiano, che vede un leggero calo nei numeri rispetto al 2023, il turismo di montagna sembra in grande forma, grazie soprattutto all’apporto degli stranieri.
Lo evidenziano le previsioni dell’Osservatorio Italiano del Turismo Montano di JFC, giunto quest’anno al suo quindicesimo anno di rilevazione.
“La stagione invernale 2024/2025 si apre sotto il segno dell’ottimismo per la Montagna Bianca Italiana – afferma Massimo Feruzzi, ceo di JFC e responsabile dell’Osservatorio Italiano del Turismo Montano – con un incremento del +4,2% rispetto allo scorso anno, arrivando ad un fatturato stimato di 11 miliardi 674 milioni di euro: questo dato, incoraggiante in sé, si lega alla crescente affluenza dei turisti internazionali (+7,5%) ed all’incremento dei prezzi medi nei vari ambiti della filiera (alloggio, skipass, scuole di sci, ristorazione, divertimento, etc.), mediamente del +5,9%”.
I dati mostrano, invece, un calo del -4,2% per il mercato italiano che mostra una crescente infedeltà verso le destinazioni di montagna, preferendo esplorare nuove località invece di tornare negli stessi luoghi.
Le tendenze
Per la stagione 2024/2025, cresce l’attenzione verso il valore del luogo inteso non solo come meta turistica, ma come comunità in cui i visitatori cercano esperienze autentiche e relazioni umane profonde. Alle attività sportive si affianca la ricerca, da parte dei nostri connazionali, di momenti di relax e piacere personale, mentre la durata media dei soggiorni si accorcia, spingendo i turisti a concentrare il tempo in montagna in esperienze selezionate e di qualità. Anche la flessibilità domina nelle prenotazioni, divise tra chi opta per un largo anticipo nei periodi di alta stagione e chi sceglie l’ultimo minuto in base alle condizioni meteo. Si rileva inoltre un incremento delle prenotazioni di piccoli gruppi uniti da interessi comuni ed una crescente presenza di nonni con i nipoti, con anche più prenotazioni da parte di scuole e sci club.
La nuova tribù
Emerge un nuovo gruppo di appassionati di montagna, quella degli “snowmads digitali”, ossia lavoratori che scelgono di trasferirsi in montagna per almeno 100 giorni nel prossimo inverno. Questa categoria è composta al 55,3% da donne, spesso con una solida esperienza professionale (oltre il 60% è laureata) e con figli. Gli snowmads digitali sono attratti dalla possibilità di alternare giornate di lavoro in remoto con attività come lo sci e lo snowboard, apprezzando l’equilibrio tra produttività e benessere che la montagna può offrire.
I prezzi
Per trascorrere un soggiorno in montagna si spenderà, quest’anno, il +5,9% rispetto alla stagione precedente, con aumenti specifici che variano in base ai servizi. Gli hotel hanno alzato i prezzi delle camere del +5,1%, mentre il costo degli skipass cresce mediamente del +6,2%. Le scuole di sci hanno incrementato le tariffe del 6,9%, mentre i servizi di ristorazione mostrano il rincaro maggiore, con un aumento dell’8,1%. Per una settimana bianca, un adulto spenderà in media 1.453 euro, mentre un nucleo familiare composto da due genitori e un figlio affronterà una spesa di circa 3.720 euro.
Il fatturato
Il giro d’affari complessivo sarà di 11 miliardi 674 milioni di euro, segnando una crescita del +4,2% rispetto alla stagione precedente. Tra le principali voci di fatturato, il settore dell’ospitalità gioca un ruolo fondamentale con 5 miliardi 755 milioni, seguito dai servizi per gli sport invernali (noleggio attrezzature, maestri di sci, skipass ed impianti di risalita, etc.) con una crescita del +3,3% ed un fatturato stimato in 4 miliardi 510 milioni, mentre gli altri servizi quali ristorazione, commercio, attività ricreative e di divertimento raggiungeranno un fatturato pari a 1 miliardo 408 milioni.