Il commento del direttore
Remo Vangelista
La città di Tokyo corre ai ripari in vista delle Olimpiadi del 2020. La capitale nipponica ha infatti valutato che nelle settimane di realizzazione dei giochi, dal 24 luglio al 9 agosto del prossimo anno, si avrà una carenza di camere d’albergo. Secondo quanto riportato da Repubblica.it, nonostante il boom edilizio ad hoc e nonostante escamotage come la tassa in uscita creata per potenziare la qualità dei servizi turistici, mancherebbero circa 14mila camere rispetto al numero di turisti attesi.
Lo sguardo verso il mare
Come ovviare al problema? Secondo quanto riportato da Afp, si starebbe guardando al mare, indirizzandosi alle navi da crociera. La soluzione potrebbe infatti essere quella di sfruttare questa specie di lussuosi hotel galleggianti attraccati al largo di Tokyo e Yokohama durante i giochi. Adv giapponesi come Jtb hanno ad esempio già affittato circa mille cabine della Sun Princess per il periodo delle olimpiadi. Ai turisti verrà presentata una formula che combina la prenotazione della camera con biglietti per le gare. Si tratta di cifre importanti: due notti in una camera con balcone e biglietti ad esempio per una partita di calcio si aggirano sui mille650 euro, mentre due giorni in una suite di 50 metri quadrati combinata con i biglietti per le gare di baseball possono arrivare a 6mila euro.
Una soluzione determinante
Minoru Kuge, responsabile del Tokyo2020 Project di Jtb, commenta come ci sia "grande fiducia nella domanda, dato che avremo una carenza di hotel con standard elevati. Sebbene non possiamo rivelare i numeri reali, abbiamo ricevuto un'ottima reazione da parte dei nostri clienti" ha specificato ad Afp. E per risolvere il problema degli spazi nel porto, le autorità di Tokyo starebbero valutando anche l’apertura di un nuovo terminal per navi da crociera appena prima degli inizi dei giochi. Malgrado tutti questi impegni, "Non è chiaro se gli hotel galleggianti nella baia di Tokyo saranno in grado di coprire la carenza di camere d'albergo" ha sottolineato in un rapporto il Mizuho Research Institute.