Vendere detersivi e vendere viaggi sono due cose diverse: non foss’altro perché non c’è niente di più “fisico” del fustino di detersivo e di più “astratto”...
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
I turisti USA invadono l’Italia, l’ha sancito anche il Wall Street Journal del 20 giugno: “Free-spending visitors are fueling a powerful boom in southern Europe”, boom esteso anche a Spagna, Portogallo e Grecia. Ma noi sappiamo, dai tempi di “Vacanze romane” (1953), che gli americani preferiscono noi.
Qualche numero, tratto da Eurostat: nel 2023, con 21,4 milioni di pernottamenti di turisti USA, l’Italia è leader in Europa, avendo staccato nettamente la Spagna (10,8 milioni di notti) e la Francia (9,5 milioni). Oltre 5 milioni di notti in più (+31,2%) rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemico, quando le cose andavano già bene. I turisti USA prediligono Roma (6,5 milioni di pernottamenti nel 2023, 1,7 milioni in più del 2019), seguono la Toscana (3,7 milioni, + 700mila), il Veneto (2,8 milioni, + 400mila) e la Campania (2,2 milioni, + 500mila). Roma e Firenze, Venezia e Napoli (boom nel boom) continueranno a incassare dollari a vagonate, nell’estate 2024. Anche perché il 4 luglio è stato il giorno più trafficato nella storia degli aeroporti USA.
Il Wall Street Journal - da “business and finance newspaper” - sottolinea l’impatto economico generato: i turisti USA che varcano l’Atlantico sono in media più danarosi dei connazionali che si limitano, ad esempio, ad attraversare il confine del Messico. Prediligono il lusso negli alberghi, pagano conti sontuosi ai ristoranti per cibo e vini, per abitudine lasciano grosse mance. Il cambio favorevole dollaro/euro è un altro booster per spendere senza limiti.
Perché agli americani piace tanto l’Italia? Provo a indicare quatto motivi:
1. Italia e USA sono connesse storicamente e antropologicamente - Cito solo due elementi, tra tanti: sono stimati in 25/30 milioni (su una popolazione complessiva di 341 milioni) gli statunitensi che contano una qualche ascendenza italiana in famiglia, anche perché la migrazione nel Nuovo Mondo risale addirittura a prima dell’unità d’Italia. Il secondo conflitto bellico non solo ha visto tre sbarchi successivi degli Alleati (Sicilia, Salerno e Anzio, nel 1943/44), ma ha generato il Piano Marshall che ha non poco contribuito al nostro “boom” economico degli anni ‘60.
2. Gli americani ci sono simpatici - “Americaaa’ facce Tarzan!”, esortazione rivolta ad Alberto Sordi che nuota nella “marana”, nella povera ma bella Italia del dopoguerra, é memoria condivisa. Come Totò che vende la fontana di Trevi al “paisa’” americano (“Totò truffa”, 1961). Da sempre - nonostante momenti di crisi, dal Vietnam alla Guerra Fredda - i cittadini USA sanno che da noi saranno accolti con simpatia e curiosità, senza pregiudizi di lingua o di colore.
3. L’Italia è un Paese sicuro - Con due conflitti in corso ai confini dell’Europa e gli USA da 80 anni prima potenza bellica al mondo è evidente che un americano non si sente a proprio agio dappertutto. Le nostre città sono sicure, rispetto ad altre metropoli europee; la piccola delinquenza è sotto controllo e al peggio può accadere che ti spacchino un vetro dell’auto a noleggio; la piaga della droga (da loro il Fentanyl sta facendo una strage) appartiene a tempi andati.
4. Mangiare, ma soprattutto bere, costa poco - Su questo tema mi rifaccio alla TikToker USA @ciaoamberc, da vedere: “Da noi un cocktail costa 15/25 dollari, se togli il ghiaccio di alcool ne rimane tanto così, se vuoi patatine e noccioline li paghi extra. In Italia un buon cocktail costa 8 dollari (meno di 8 euro - ndr), di ghiaccio ce n’è poco e soprattutto ti danno proprio da mangiare, si chiama “aperitivo” ed è incluso negli 8 dollari! Il cameriere ti sorride, ti riempie il piatto e non si aspetta la mancia, perché in Italia non c’è”. Saranno contenti i camerieri italiani...
Mi fermo qui. La prossima volta che in centro incontriamo uno di quelli che girano in bermuda e ciabatte, bevono il cappuccino di pomeriggio e confondono Colombo con Garibaldi ricordiamoci che il turista americano contribuisce positivamente alla nostra bilancia dei pagamenti.