Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il processo in Italia sarà più lungo rispetto ad altri competitor, come la Francia e la Germania, ma anche nel nostro Paese l’ospitalità è destinata a diventare sempre più fluida, flessibile e soprattutto professionale.
A esserne convinto è Michele Diamantini, ceo di Halldis, che sottolinea come l’interesse dei fondi e degli operatori finanziari, da sempre focalizzato prevalentemente sul comparto alberghiero, da cinque anni a questa parte si stia spostando anche sugli investimenti residenziali. “Si tratta ovviamente di operazioni lunghe – spiega – ma, fra due o tre anni, arriveranno sul mercato prodotti d’alta gamma, professionali e con servizi. Prodotti nuovi che i fondi daranno in gestione a operatori professionali come Halldis”.
Si amplia la rosa delle operazioni
Inoltre le operazioni immobiliari, finora concentrate solo sulle grandi città d’arte a business sicuro come Milano, Roma, Firenze e Venezia, si stanno ampliando anche ad altre mete meno note “ma dove, in taluni casi, la domanda supera la disponibilità di prodotto. Penso ad esempio a Livigno, o ad altre località lombarde dove allo stato attuale non c’è sufficiente disponibilità di forme alternative di ospitalità”.
Un’ospitalità sempre più fluida, che non include solo i classici residence: “Anche i gruppi alberghieri in Italia si stanno interessando a formule miste - spiega Diamantini -, che associano al soggiorno in appartamento la possibilità di usufruire dei servizi alberghieri”.
Un patrimonio troppo frammentato
Il percorso è ormai in atto, anche se ci vorrà ancora tempo: “Mentre in Francia e Germania abbiamo ampia disponibilità di residence di alto livello e numerose strutture a uso misto - spiega -, in Italia il patrimonio immobiliare è sì enorme, ma anche molto frammentato e ciò rallenta i progetti di riconversione”.
Dal canto suo, Halldis ha già in portafoglio oltre 1.200 unità disponibili in tutta Italia, in un mix tra strutture urbane e prodotti leisure in località turistiche: “Ogni anno il nostro prodotto cresce del 15-20% - sottolinea Diamantini - e ora, proprio in previsione delle grandi gestioni che avremo in futuro, la nostra attenzione si sta concentrando sul processo di rafforzamento del brand che, al momento, è molto conosciuto dai proprietari ma meno dai clienti finali”.