Il commento del direttore
Remo Vangelista
C’è un dato positivo, l’unico. Se tutto procede come in questi giorni, per la metà di dicembre tutta l’Italia potrebbe tornare zona gialla. I numeri dei contagi, i ricoveri, il rapporto tamponi e anche l’indice Rt sono ormai diversi giorni che porta un segno negativo, con calo generalizzato che fa ben sperare per la salute di tutti.
Ma tutto questo non sembra porterà il Governo Conte ad allargare le maglie; anzi, il timore di provocare un terza ondata fra gennaio e febbraio sta spingendo l’esecutivo a tracciare una linea piuttosto dura per le prossime vacanze di Natale.
Queste, almeno sono le indiscrezioni sul nuovo Dpcm previsto in arrivo il prossimo 4 dicembre, con il quale l’Italia dovrà scegliere se seguire l’esempio francese di un allentamento delle misure di contenimento del virus o una strada più prudente, che sembra essere quella su cui si sta orientando il Governo.
Le trattative sono comunque ancora in corso a tutti i livelli, sia fra Governo e Regioni sia attraverso l’azione delle associazioni di categoria.
Muoversi all’estero e fra Regioni
Quel che ci sarà nel Dpcm è una stretta sui controlli per chi va all'estero e poi rientra in Italia. Con isolamento obbligatorio per chi rientra. Si tratta di una misura che punta a scongiurare l'assalto degli italiani alle piste da sci in quei paesi che decideranno di lasciare gli impianti aperti.
Secondo le fonti, inoltre, il nuovo Dpcm dovrebbe contenere il divieto dal 19 dicembre al 10 gennaio di superare i confini regionali anche quando e se l’intero Paese dovesse divenire zona gialla. Questo, è evidente, per evitare gli spostamenti per vacanza, che sono stati individuati come i responsabili della seconda ondata in Italia.
Inoltre, anche la notte di Natale e quella di Capodanno prevedono il coprifuoco alle 22, anche qui per evitare feste e cenoni prolungati.
Le deroghe
Si stanno valutando però due deroghe: quella di consentire di fare ritorno alla propria regione di residenza, che però metterebbe in movimento molte persone in particolare dalle regioni del Centro-Nord verso quelle del Sud e la possibilità di spostarsi fra Regioni per ricongiungimento familiare. Ma anche in questo caso, il controllo sarebbe molto complesso.
Infine, per quanto riguarda il movimento interno alle regioni per raggiungere le seconde case, sembra che l’orientamento sia quello di bloccare comunque la mobilità a partire dal 19 dicembre e fino al 10 gennaio. Chi può muoversi prima o dopo, potrà raggiungere la seconda casa; chi per motivi di lavoro o di studio non lo potrà fare, non sarà autorizzato a farlo in seguito.