Il commento del direttore
Remo Vangelista
Crescono fatturati e presenze per il Mare Italia. Non solo sui numeri dello scorso anno e su quelli del 2020: secondo l’Osservatorio JFC delle Destinazioni Balneari Italiane il 2022 è l’anno del sorpasso anche sul 2019, l’ultima stagione estiva pre Covid, che aveva fatto registrare dati ottimi.
Secondo lo studio realizzato dalla Jfc di Massimo Feruzzi, le previsioni di fatturato complessivo del comparto balneare nazionale sono pari a 31 miliardi 878 milioni di euro, con 25 miliardi e 4 milioni provenienti dalla clientela italiana in crescita del +17,4% sui dati consuntivi dell’estate 2021 e un fatturato generato dalla clientela straniera pari a 6 miliardi 873 milioni con un incremento del +59,6% sul 2021.
In crescita anche le presenze, per un totale di 418 milioni 580 mila, in crescita anch’esse sul 2019, che si era fermato a 411 milioni 890 mila.
A fronte dell’aumento di turisti, si registra anche una crescita piuttosto cospicua in termini di prezzi. Secondo l’Osservatorio, gli alberghi delle località balneari del Centro-Nord Italia hanno apportato un aumento di prezzo del loro listino pari al +9,6%; gli alberghi delle località balneari del Sud Italia ed isole hanno apportato un aumento di prezzo del loro listino pari al +9,9%; le strutture plein air delle località balneari hanno aumentato i loro prezzi del +8,8%; le altre strutture ricettive extra-alberghiere hanno apportato un aumento dei prezzi pari al +7,1%; con un incremento medio per il settore dell’hospitality nella sua totalità che registra un incremento del +9,2%.
A registrare incrementi ancora più cospicui sono i servizi spiaggia su base nazionale con una crescita del +13,8% rispetto ai prezzi della scorsa estate, la ristorazione con un +12,2%, i costi del viaggio, fra costi del carburante e incrementi dei trasporti pubblici con un +18,1%.
Agenzie e Olta
Una delle considerazioni più interessanti dello studio è quella che riguarda il sistema di prenotazione prescelto dai clienti. Se crescono di circa 4 punti percentuali (dall’11,3% del 2021 al 15,4% del 2022) i clienti che si rivolgono alla filiera tradizionale del turismo, una crescita ben più sostenuta si ha nella scelta dell’intermediazione online, che passa dal 21,1% della scorsa estate al 33,4% di quest’anno.
Quest’ultimo dato, se sommato alla prenotazione diretta, fa ben capire come passata la paura della pandemia, si torni a preferire il fai da te, almeno per la prenotazione alberghiera.
Discorso esattamente opposto, invece, quando il ‘self’ si applica ai servizi: dopo anni in cui i timori per i contatti umani hanno imposto l’utilizzo di check-in e check-out negli alberghi, prenotazioni dell’ombrellone o del tavolo al ristorante da remoto, oggi il cliente percepisce questi servizi fai da te come cheap e di scarso valore e ricerca una nuova interazione umana.