Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un anno da dimenticare, che ha sconvolto l’industria dei viaggi e cambiato le abitudini di consumo dei viaggiatori come mai prima. È l’Istat a quantificare e a mettere nero su bianco gli effetti che la pandemia ha avuto sul turismo della Penisola nel lungo 2020. Secondo il report appena pubblicato dall’Istituto nazionale di statistica, sono stati 178 milioni i pernottamenti persi nello Stivale nell’anno della pandemia rispetto al 2019, per un calo complessivo del 43,5%. Si tratta, nello specifico, di 160 milioni di pernottamenti leisure e 18 milioni legati al business travel.
La domanda turistica interna ha subito uno shock senza precedenti. I viaggi dei residenti in Italia nel 2020 hanno toccato il loro minimo storico dal 1997: 37 milioni e 527 mila (-47,3%, equivalente a 231.197.000 pernottamenti in meno), con una drastica flessione rispetto al 2019 che riguarda le vacanze (-44,8%) e ancora di più i viaggi di lavoro (-67,9%).
Per quanto riguarda le vacanze il calo si è attenuato solo in estate, registrando un -18,6% grazie alla leggera ripartenza dell'industria turistica nostrana.
Tuttavia, sottolinea l’analisi dell’Istat, quasi 7 persone su 100 hanno rinunciato alla vacanza estiva.
Viaggi all'estero
Pesanti le ripercussioni delle restrizioni sugli spostamenti verso i Paesi stranieri. I viaggi all’estero sono crollati dell’80%. Il crollo ha comunque favorito le località italiane, meta del 90,9% dei viaggi effettuati nel 2020.
Prenotazioni
La ricerca di vacanze più sicure in termini di distanziamento e prevenzione del rischio di contagio ha cambiato drasticamente le abitudini di consumo dei turisti. Un fenomeno che ha avuto pesanti effetti sul comparto ricettivo. Gli alberghi hanno, infatti, registrato un calo dei pernottamenti del 62,2%.
Crollati anche i viaggi in aereo (- 74,9%)e in treno (-59,6%) sul medio e corto raggio.
L’accelerazione sul digitale, dovuta al lockdown, ha influenzato il modo di pianificare il viaggio, soprattutto per quanto riguarda la prenotazione di alloggi e case vacanza, particolarmente gettonate nell’anno della pandemia. Stando al report, il 65,9% delle prenotazioni è stato effettuato online, contro il 58,4% del 2019. Per quanto riguarda le strutture ricettive è prevalso invece il direct booking.