Cuba pronta a ripartire, ma pesa il nodo voli

Crisi economica, meno connessioni aeree e un embargo americano che impone regole sui visti ancora più rigide. Sono diversi i fattori che stanno rendendo il recupero di Cuba più lento rispetto alle altre destinazioni dell’area.  

Il pre pandemia
Prima della pandemia la più grande delle isole dei Caraibi stava dirigendosi a passo spedito verso i 4.5 milioni di visitatori, mentre nel 2017 i flussi degli italiani avevano sfiorato il record 230 mila arrivi. E ora?  “La situazione - ha spiegato l’ambasciatrice di Cuba in Italia, Mirta Granda Averhoff in occasione di un evento organizzato a Roma in collaborazione con Kappa Viaggi - è diventata ancora più complessa per il blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti rafforzato con la pandemia. Nonostante questo, il Paese ha lavorato con impegno alla riattivazione dell’attività turistica e oggi il settore conta una filiera di hotel rinnovata che supera le 80 mila camere, la presenza di 19 catene internazionali e prodotti di alto standard".  

Obiettivo turismo
La destinazione ha cercato di adottare strumenti concreti per favorire gli arrivi degli stranieri: "Dallo scorso novembre - ha proseguito l'ambasciatrice - è stata estesa la validità del visto turistico a 90 giorni di permanenza nel territorio nazionale e ora si lavora all’implementazione del visto digitale. Nel 2023 contiamo di raggiungere i 3,5 milioni di visitatori, con l’Italia che oggi occupa il nono posto per numero di visitatori e un amore verso l’isola che continua a essere solido: lo dimostra la scorsa edizione di FitCuba 2023, che ha visto una buona presenza degli operatori italiani”.  

La situazione attuale
Che l’isola sia tornata ad attirare gli italiani lo conferma del resto anche Michele Mazzini, direttore generale di Kappa Viaggi: “Dall’inizio dell’anno abbiamo portato a Cuba più di 400 passeggeri e abbiamo una domanda forte anche per l’inverno, segno che la destinazione, molto ricercata sia per i soggiorni che per i tour, sta vivendo una fase di grande vitalità nonostante la mancanza di voli diretti e un’asticella della qualità non sempre all’altezza. Difficoltà - ha aggiunto - che riusciamo ad aggirare solo avvalendoci di un dmc molto affidabile e avendo un responsabile della produzione che ogni mese si reca a Cuba per assicurarsi che tutti funzioni”.  

Secondo Piero De Marchi, titolare di Cubarama, dmc attivo dal 1996 sull’isola, è però soprattutto la disponibilità ancora limitata di voli a frenare il pieno recupero dei flussi: “Molto dipende dalle compagnie aeree, che oggi offrono meno voli, meno frequenze e prezzi più alti. Ma gli investimenti nel campo alberghiero non mancano, nella zona di Trinidad sono ad esempio partiti progetti di catene internazionali e alcuni di questi riguardano anche boutique hotel. Forse finora è stata proposta sul mercato solo una piccola parte di Cuba, la più facile e conosciuta, ma in futuro andremo sicuramente a sviluppare nuovi tour in aree ancora poco battute dal turismo”.  

Le regole dagli Usa
Incide sulla domanda in agenzia anche la regolamentazione degli accessi negli Stati Uniti, che dal gennaio del 2021 impone regole più ferree a chi ha visitato Cuba. "Oggi - ha evidenziato Giuseppe Ricci, front office manager di Alma Travel di Roma - chi ha viaggiato a Cuba e vuole andare negli Stati Uniti non può ottenere l’Esta online, ma deve recarsi in ambasciata per avere il visto tradizionale. Questo è un grande deterrente, a cui vanno anche sommati i problemi di approvvigionamento degli hotel, che ora sembrerebbero superati, ma che lo scorso anno hanno fatto aumentare i complaint”.

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