Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il segreto è nella brand protection. In un periodo di emergenza come questo, le aziende del turismo si trovano alle prese, oltre che con tutte le questioni legate ai rimpatri e alle richieste dei clienti, con la difficoltà di comunicare.
Se è vero, come dimostra una ricerca di Voyage Pirates su 30 000 viaggiatori europei, che il livello di inquietudine nei confronti dei futuri viaggi è limitato, tanto che il 74% dei turisti per il momento non ha cambiato i progetti di vacanza futura, è anche vero che non è possibile parlare oggi con i turisti come di faceva fino a un mese fa.
Se il desiderio di viaggiare rimane intatto, oggi è impossibile farlo: è necessaria quindi una strategia alternativa, basata principalmente sulla brand protection. Ma il messaggio deve essere azzeccato.
Il messaggio giusto
Josep Ejarque, titolare di FourTourism, spiega con una serie di esempi virtuosi quale può essere oggi una buona strategia di brand protection, ossia permettere al cliente di ricordarsi che l’azienda esiste e gli è vicina, senza mandare messaggi fuorvianti.
“Più che mai è necessario fare una comunicazione con dei messaggi autentici, umani, per nulla istituzionali – dice . È fondamentale che i potenziali turisti percepiscano il calore e la personalizzazione della destinazione/operatore”.
Fra gli esempi più interessanti, due arrivano dalla Spagna: Blau Hotels dimostra responsabilità e vicinanza verso i propri clienti, facendo leva sul fatto che è necessario rimanere a casa. Perché le destinazioni e gli hotel saranno ancora lì quando la crisi sarà passata. Il messaggio è esplicito: “#Quedateencasa El cielo volverà a ser blau”.
Meglio ancora hanno fatto le Canarie, con una campagna in 11 lingue (spagnolo, italiano, inglese, tedesco, francese, norvegese, olandese, svedese, polacco, russo e cinese). Essa fa leva sul fatto che le Canarie aspettano i turisti in modo accogliente quando l’emergenza Coronavirus sarà passata. I messaggi sono diversi, ma tutti mostrano interesse per i clienti: “Per favore, abbi cura di te. Ti aspettiamo”.
Il nuovo cliente
In questi giorni, si tende a pensare che l’esperienza che stiamo attraversando porterà ad un cambiamento più o meno radicale del nostro modo di vivere e di fare scelte.
Sicuramente, dice ancora Ejarque, nel futuro più prossimo cambierà la domanda di vacanza, e lo farà a tutti i livelli.
Se, infatti, uno dei caratteri della nuova richiesta di vacanze sarà quella di ricercare prezzi accessibili, cosa che non dovrebbe riguardare il mercato upper level, le altre caratteristiche dei bisogni dei clienti saranno comuni.
Il turista post coronavirus cercherà quindi destinazioni non troppo lontane da casa, privilegiando il corto e medio raggio, per una sensazione di maggior sicurezza in caso di rientro forzato; avrà nello stesso tempo un forte desiderio di fare vacanza, visto che si è stati obbligati a rimanere in casa per lungo tempo.
Si prevede però una riduzione della permanenza media e della durata delle vacanze. In molti casi, infatti, i lavoratori delle imprese sono obbligati a consumare giorni di ferie e permessi retribuiti. Ciò porterà senza dubbio ad una minore disponibilità di giorni di vacanza.
Ad avere il maggiore incremento daranno quindi gli short break: i turisti preferiranno fare diverse vacanze per scappare dalla quotidianità,mentre la vacanza estiva andrà dai 7 ai 9 giorni.