Debellini, Th Resorts: “Non ci sono più le condizioni per salvare l'inverno”

“Questa chiusura mette una pietra tombale sulla stagione invernale. Potrà muoversi qualcosa per le seconde case, qualche alberghetto famigliare deciderà di aprire. Ma i soggetti medio grandi che fanno turismo organizzato hanno bisogno di programmazione, vivono di arrivi dall’estero, di comitive e ormai non ci sono più le condizioni commerciali per risollevare l’inverno”.

È il commento amaro allo stop dello sci almeno fino a metà febbraio di Graziano Debellini, presidente di Th Resorts, gruppo costretto a tenere chiuse tutte e nove le sue strutture in montagna. Un manager, però, che ha le idee chiare sulle colpe e ci tiene affinché non passi il messaggio sbagliato.

Dunque, stagione compromessa?
“Credo di sì. Ormai, anche per i gestori degli impianti di risalita sarebbe più costoso che redditizio riaprire per un ultimo finale di stagione”.

È sbagliata la chiusura?
“Al contrario. Il dato di partenza è la seconda andata di pandemia, più grave della prima. Abbiamo ancora centinaia di morti al giorno e oggettivamente qualsiasi protocollo non riuscirebbe a evitare assembramenti negli hotel, nei bar, sugli impianti. Quindi la chiusura è comprensibile. E non siamo qui, come i matti, a voler aprire per forza.

Qual è il rimedio?
“L’unica medicina starebbe in un livello adeguato dei ristori. Ma nel Governo c’è la totale incomprensione della proporzione della tragedia del settore. Non ho problemi a dare qualche cifra del mio gruppo. Finora abbiamo perso 80-90 milioni dall’inizio della crisi, abbiamo ricevuto dallo Stato 700mila euro. Capite? E quando scadrà la Cassa integrazione il dramma si allargherà.

Spera nell’estate?
Certo e ci credo molto, anche per gli alberghi in alta quota. Le vaccinazioni accelerano e già la scorsa estate, per il fatto che i turisti fanno molta più vita all’aria aperta, nelle strutture aperte non abbiamo registrato un solo contagio. Ormai l’obiettivo è questo.

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