Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il lavoro del tour operator generalista si fa sempre più complesso ed è profondamente cambiato nel post-pandemia. Ma può essere ancora fonte di soddisfazione e di crescita. Ne è convinto il direttore prodotto e sviluppo del Gruppo Fruit, Giuseppe Falco (nella foto), che parte proprio da qui per analizzare a estate quasi conclusa quali saranno le mosse da mettere in campo per le prossime stagioni.
“Le due anime del Gruppo Fruit, quella villaggista con i Fruit Village e quella generalista con InViaggi, continueranno a convivere con uno spostamento di pesi più deciso anche sui prodotti generalisti. Ne è un riprova l’introduzione dal prossimo inverno della programmazione su Kenya e Zanzibar, servita da voli Neos da Roma, Milano e Verona”.
E se nel 2023 il peso di InViaggi dovrebbe arrivare a raggiungere una quota del 15-20% del fatturato globale, le ambizioni sono di aumentarne il volume già dal prossimo anno, magari introducendo nuove mete long haul, ad esempio nell’area caraibica. Si tratta tuttavia di una crescita di InViaggi parallela a quella del brand Fruit Village, che continua a rappresentare il core business del Gruppo.
“Quest’anno le proiezioni indicano ricavi totali pari a 25-28 milioni di euro, dato che ci ricompensa dell’importante investimento messo in campo sia sul fronte villaggi sia sul riposizionamento del brand InViaggi, che ha all’attivo dieci destinazioni”.
Motore dell’offerta, inutile dirlo, è stato il Nordafrica, con Egitto ma anche Tunisia e giocare un ruolo di primo piano. Meno scontato il risultato della Turchia con Bodrum, che “dopo un avvio di stagione lento, ha preso quota”.
Anche l’Italia ha fatto la sua parte, specie nei mesi di spalla, mentre l’altissima stagione non ha portato risultati eccezionali.
“Abbiamo dovuto calmierare i prezzi e garantire la massima flessibilità di soggiorno, uscendo dalla logica delle classiche sette notti. L’inevitabile aumento dei prezzi ci ha visti poi in prima linea sul fronte della qualità: i clienti hanno accettato i rincari a patto che il livello del servizio fosse elevato, ccosa he siamo riusciti a garantire soprattutto sui prodotti a nostro marchio, grazie al controllo diretto di tutta la filiera”.
Per il prossimo anno, Falco non esclude l’apertura a nuove destinazioni. Parlando di Albania, meta sulla quale si stanno concentrando diversi operatori, il manager è però prudente: “Abbiamo già fatto un sopralluogo, ma al momento mancano le infrastrutture e i fornitori che possano garantirci un prodotto in linea con la nostra offerta”.