Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non è un mistero per nessuno che a soffrire di più della crisi provocata dalla pandemia di Covid 19 siano le aziende che si occupano di viaggi e turismo.
Ma arriva in questo senso anche la conferma di Deloitte, che ha realizzato un’indagine fra i direttori finanziari di 1.600 imprese italiane ed europee e ha raccontato con i numeri la profonda difficoltà della aziende del comparto.
"Se in Italia, infatti, c'è un 21% di imprese che opera già a livello pre-COVID o superiore (in Europa è il 23%) e il 16% prevede di tornare ai livelli pre-crisi entro la fine dell'anno (13% in Europa) dice Deloitte su Repubblica.it -, ben il 45% invece prevede di tornare su quei livelli di entrate solo nel secondo semestre 2021 o anche dopo (44% in Europa)".
In particolare, solo il 4% dei Cfo delle aziende turistiche si aspetta una ripresa entro la fine del 2020 mentre l'84% si aspetta di tornare al livello di ricavi pre-crisi non prima della seconda metà del 2021.
Negativi anche gli outlook per quanto riguarda l'evoluzione della forza lavoro. Ancora una volta nei settori viaggi e turismo le impressioni sono generalmente negative. "Nel complesso, in Italia il 22% dei Cfo prevede di aumentare la forza lavoro nella propria azienda nel prossimo anno, mentre il 34% prevede una diminuzione".
Di conseguenza, frenano anche prospettive di investimento: il 41% dei Cfo in Italia prevede di diminuire gli investimenti, contro un 22% che pensa di aumentarli.