Il commento del direttore
Remo Vangelista
Verrà presentata in Commissione il prossimo 17 marzo la proposta di legge per la nascita del Digital Green pass, il passaporto Covid con tutte le informazioni necessarie per tornare gradualmente a muoversi e viaggiare in Europa e nel mondo. Ma l’operatività è prevista per l’estate.
Non solo vaccini: il pass servirà anche per dare i risultati dei test per coloro che ancora non sono stati vaccinati o dare informazioni sulla guarigione dal Covid-19.
L’idea, ha scritto in un tweet Twitter la presidente della Ue Ursula von der Leyen, è “facilitare la vita degli europei”.
Il green pass , secondo quanto spiegato dal vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas ai ministri della Salute, sarà una proposta legislativa, non un optional, ma avrà il valore di uno strumento legale sulla base dei Trattati per il libero movimento. In sostanza, una volta approvato, dovrà essere poi recepito da tutti i Paesi dell’Unione.
Per questo i tempi non saranno brevissimi: accanto infatti alle garanzie sulla privacy dei cittadini, che secondo il Garante devono essere rispettate anche nella redazione di un documento di questo tipo, sarà necessario recepire le regole europee e probabilmente approvare anche una legge nazionale che consenta l’utilizzo, appunto, di dati sensibili come quelli legati alla salute.
Eppure, sottolinea Schinas, “dobbiamo essere sicuri che l’Ue presidi queste aree, invece di farsi imporre decisioni assunte altrove”; il probabile riferimento è ai programmi di alcuni colossi digitali in questo campo, che stanno lavorando alla nascita di un prodotto privato.