Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’identità digitale servirà per viaggiare senza imbattersi in “buchi neri”. Per Nick Price, ceo di Netsys Technology Limited, continuare a utilizzare passaporti cartacei, libretti sanitari, fogli di prenotazione o biglietti di trasporto potrebbe comportare notevoli difficoltà negli spostamenti e negli accreditamenti, qualora l’intera filiera del turismo adottasse tecnologie per la condivisione dei dati.
Opinione su cui si sono trovati concordi anche altri tre esperti di digitalizzazione intervenuti nel confronto su digital wallets e decentralized identities, organizzato da ITB Berlin Convention. “In diversi hotel della Germania - ha osservato Florian Daniel, cio di Deutsche Hospitality - stiamo già sperimentando l’estrema utilità di poter disporre di tutte le informazioni del nostro cliente attraverso un unico codice abilitante: velocizza l’erogazione dei servizi e rafforza al contempo il livello di garanzia dell’ospite”.
Anche Jamie Smith e François Blanc, rispettivamente strategic engagement director di Evernym e managing director di Amadeus Travel ID, riconoscono nei wallets digitali lo strumento ideale per rispondere alle esigenze di personalizzazione del viaggio. In assenza di una normativa pubblica omogenea, perplessità restano però sulla tutela della privacy in rapporto ai processi di profilazione, con possibili rischi di blocco di tutte le funzioni del wallet, in caso di hackeraggio o ritorsioni legali.