Il commento del direttore
Remo Vangelista
Ormai il calendario è praticamente fisso: Natale, Capodanno, Epifania, profezia sulla fine delle agenzie. Da qualche tempo a questa parte, a cadenza fissa, qualcuno prevede la scomparsa degli agenti. Ovviamente, soppiantati da internet e dalle prenotazioni online. Poco importa se i dati dimostrano il contrario. E, soprattutto, se anche i viaggi online vanno comunque venduti da un professionista del settore (dietro diversi siti di ecommerce, in realtà, ci sono agenzie di viaggi fisiche). La leggenda nera è dura a morire e in molti si mettono in fila per cantare il de profundis alla distribuzione cosiddetta tradizionale.
Tra i casi più recenti, quello de ilsole24ore.com che, in un articolo dedicato ai cambiamenti nel mondo del lavoro, parla ovviamente dell’impatto dell’ecommerce. Precisando: “Gli agenti di viaggi, ad esempio, quasi non esistono più”, dal momento che “i viaggi ce li prenotiamo velocemente da soli sul web” e “il cellulare ci accompagnia ovunque con le sue mille funzioni”.
La sparizione entro il 2025
Poche settimane fa, del resto, anche corriere.it aveva fatto la sua profezia, elencando 25 oggetti destinati a diventare obsoleti entro il 2025. Tra questi, proprio le agenzie di viaggi: “anche loro pian piano di estingueranno”, è la previsione del portale di informazione del quotidiano.
Non è la prima volta in cui si annuncia la fine delle agenzie di viaggi come un evento ormai imminente. Eppure le agenzie di viaggi sono ancora lì. A volte anche per rimediare a qualche guaio combinato online, dal compratore o dal venditore.
Certo, che una fetta di clientela si sia spostata sull’ecommerce è un dato di fatto. Ma è anche vero che, da qualche tempo, i giganti del web hanno iniziato a battagliare tra di loro, piuttosto che a cercare di strappare clienti alle agenzie di viaggi. Le quali, dal canto loro, possono spesso contare su una clientela consolidata. E, perché no, anche sulla fiducia delle nuove generazioni di consumatori.
Una questione di marginalità
Nel valutare lo stato di salute complessivo del mercato agenziale, bisogna anche valutare due altri elementi importanti. Da un lato, sicuramente il calo del numero complessivo delle agenzie, che nel giro di una manciata di stagioni è passato da 12mila a circa 8mila, anche sotto il peso della difficile situazione economica.
Dall’altro, però, bisogna tenere conto del fatto che per le agenzie in attività bisogna fare un discorso a parte sui margini: perché nel corso degli anni il prodotto turistico è cambiato e, se le agenzie hanno perso quota in alcuni segmenti diventati ormai a bassa marginalità (come la biglietteria aerea), hanno però mantenuto la posizione su viaggi di lusso o lungo raggio, che rappresentano invece i segmenti ad alto guadagno.