Il commento del direttore
Remo Vangelista
Ancora un capitolo nella vicenda della lotta al contante. Questa volta a finire sul banco degli imputati è una delle ‘teste di ponte’ dell’attacco alle transazioni con moneta sonante, ovvero l’impianto sanzionatorio per i commerciali e gli esercenti che si rifiutano di accettare pagamenti tramite bancomat.
Con il parere numero 1104/2018 del 23 aprile scorso, il Consiglio di Stato ha infatti sospeso il giudizio sullo schema di regolamento elaborato dal Mise, proprio a causa della disciplina sanzionatoria messa a punto dal Ministero, come sottolinea, tra gli altri, il portale confesercenti.siena.it. Il dubbio sollevato dal Consiglio di Stato riguarda la possibilità di prevedere una imposizione di questo tipo in un contratto privatistico stipulato volontariamente tra utente e titolare del bene o servizio. Inoltre viene chiamato in causa anche l’articolo 23 della Costituzione, secondo cui “nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”.
Le norme sull’utilizzo del Pos e dei pagamenti tramite moneta elettronica erano state messe a punto per combattere il sommerso, rendendo i pagamenti il più tracciabile possibile. Ma ora l’impianto normativo potrebbe dover essere rivisto.