Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un’altra voce si aggiunge a quella degli analisti che, in queste settimane, stanno cercando di tratteggiare le nuove abitudini di viaggio dei turisti nell’estate della pandemia. È quella di Boston Consulting Group (Bcg), cha ha condotto una rilevazione a livello europeo mettendo in luce tre aspetti essenziali: il taglio alla spesa riservata alla vacanza, le prenotazioni sotto data e la scelta di sistemazioni alternative agli hotel.
C'è ancora voglia di viaggiare
Il 60% dei consumatori intervistati prevede di spendere quest’anno complessivamente meno per i viaggi aerei, le crociere e gli hotel rispetto al 2019, anche se il desiderio di viaggiare non è venuto a mancare, anzi è stato rafforzato dai lunghi mesi di reclusione coatta.
La voglia di riprendere a uscire di casa si evince anche dall’aumento in Europa delle ricerche web per i voli, passate da un circa -70% di inizio maggio rispetto allo stesso periodo del 2019 a circa -30% di metà luglio.
In Italia biglietteria aerea in ripresa
Anche in Italia si riscontra il medesimo trend: l’acquisto dei biglietti aerei domestici è infatti in chiara ripresa, avendo registrato a metà luglio un -12% rispetto al 2019 contro un -95% di inizio maggio. Sui voli internazionali invece, sia inbound che outbound, il trend è ancora molto negativo con un -85% rispetto al 2019.
Tuttavia, come spiega Gabriele Ferri, managing director e Partner Bcg (nella foto), “gli ultimi dati di booking aereo rivelano la tendenza a prenotare vicino alla data di partenza, vista l’incertezza sull’andamento della pandemia, con performance positive sui mesi estivi contro i mesi autunnali. Per esempio, le prenotazioni per voli domestici fatte a metà luglio per il mese di agosto registrano un -16% rispetto al 2019, contro -60% di settembre, -80% di ottobre”.
L'impatto sugli aspetti commerciali
Secondo Ferri il ritardo nelle curve di domanda avrà un forte impatto sulle imprese nel settore “poiché costringerà gli operatori a rivedere in modo profondo gli aspetti commerciali (pricing, vendite, campagne promozionali), operativi e finanziari”.
Oltre il 50% degli intervistati ritiene poi che misure di sicurezza come igienizzazione regolare e distanziamento sociale siano requisiti fondamentali per riprendere a viaggiare. Inoltre “gli italiani preferiscono affidarsi, più che in passato, a marchi conosciuti premium e nazionali - osserva Ferri -, in quanto sicurezza e fiducia sono i driver fondamentali nella scelta di un brand per il 60% degli intervistati”.
La domanda latente resta forte
Tornando all’Europa, è ancora forte la domanda latente. Ferri evidenzia come “per l’88% degli intervistati nel Vecchio Continente i viaggi di piacere sono la singola attività che manca di più in questi mesi in cui abbiamo imparato a convivere con molte restrizioni. Inoltre, il 31% degli intervistati a livello globale vorrebbe incrementare i viaggi di piacere nel breve termine, anche se solo il 21% pensa riuscirà poi effettivamente a partire”.