Startup turistiche in calo, ma il futuro è in ripresa: gli ultimi dati

Startup Turismo, che rappresenta l’80% delle startup turismo attive in Italia, in collaborazione con l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano, ha presentato a TTG Travel Experience l’indagine annuale che mira a diffondere una fotografia significativa e attendibile del settore.

Il dato principale riguarda la generale diminuzione di nuove startup nell’ambito travel: nel 2020-2021 si è verificato un calo del 50% nella costituzione di nuove realtà rispetto al 2018-2019.
“Si sta verificando ciò che temevamo - commenta Karin Venneri (nella foto a destra insieme ad Andrea Zuanetti a sinistra) presidente di Startup Turismo - ovvero che il deal flow si è fortemente ridotto. Mentre il numero di startup innovative cresce in altri settori, la crisi del turismo scatenata dalla pandemia ha scoraggiato gli investitori. Il loro atteggiamento è stato conservativo, portandoli a investire in startup esistenti e già in parte consolidate, invece che in nuovi progetti. Sono mancati gli investimenti di taglio medio-piccolo, proprio quelli che nutrono il sistema e contribuiscono a fare nascere nuove realtà e se questa tendenza non subirà un’inversione tra qualche anno non ci saranno più nuove realtà sulle quali investire e potrebbe esaurirsi quella spinta all’innovazione che le startup apportano all’intero settore del turismo”.

Un altro dato importante è la forte polarizzazione nella distribuzione geografica delle startup, prima del Covid distribuite sull’intero territorio nazionale e oggi concentrate in tre regioni, Lombardia, Lazio e Toscana, che insieme ospitano più del 50% di quelle esistenti. Il Sud Italia è l’area che ha perso di più, con un calo del 15%.  A 18 mesi dall’inizio della pandemia, la situazione rispecchia comunque quella del settore turistico generale: circa un terzo delle startup ritiene di aver subito una perdita di oltre il 50% del fatturato da settembre 2020 a settembre 2021, ma il fatturato medio è ora in crescita del 38%.

Andrea Zuanetti, responsabile Centro Studi associazione Startup Turismo, aggiunge: “È evidente che il modello organizzativo delle startup, agile e snello, consente di affrontare meglio i cambiamenti. Dalla survey di quest’anno emerge, infatti, che due terzi delle startup hanno sviluppato un nuovo prodotto o servizio durante l’emergenza, un esempio su tutti, le startup attive nei servizi di hospitality che hanno introdotto routine di sanificazione delle camere per le strutture ricettive”.

Alla richiesta di esprimersi sui sostegni messi in campo dal Governo, emerge che circa il 40% delle imprese non ha alcuna opinione in merito perché, di fatto, non è stata varata nessuna misura specifica per le startup, ovvero le misure non potevano essere adottate da realtà naturalmente sbilanciate verso l’investimento e con pochi ricavi. Tra le startup che ne han fatto uso – ad esempio quelle con dipendenti che sono ricorse alla cassa integrazione - i sostegni del Governo in generale sono giudicati piuttosto positivamente, con l’eccezione del Voucher Turismo, che non è stato accettato da più di metà delle startup coinvolte.

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