Congressi:
si ritorna
al pre pandemia

Il turismo congressuale italiano torna ai livelli pre covid, registrando anche nel 2023 aumenti a 2 cifre. I dati forniti da Enit sono quelli dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-Oice, nell’ambito della ricerca commissionata da Federcongressi&eventi e realizzata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e giunta alla 10 edizione.

Secondo l’indagine, nel 2023 in Italia sono stati complessivamente realizzati 340 mila eventi registrando un +12% rispetto al 2022. I partecipanti sono stati 27 milioni, +28% e le presenze, in sostanza le notti, sono state 41 milioni 836 mila, ovvero +31,9%. La ricerca considera tutti gli eventi e congressi svoltisi in un anno con un minimo di 10 partecipanti e della durata minima di 4 ore. Il 59% di questi si è svolto al Nord, il 24,7% al Centro, il 10,2% al Sud e il 6,1% nelle Isole.

Gli alberghi rimangono la sede più utilizzata concentrando il 77,8% degli eventi totali. I centri congressi e le sedi fieristico congressuali ne hanno ospitato il 3,1% ma questa resta la tipologia di sedi più cresciuta rispetto al 2022 sia per numero di giornate, +33,9%, sia di presenze, +54,7%. Le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, palazzi e ville) sono state sedi del 2,5% degli eventi.

Poco più della metà di tutti gli appuntamenti sono stati a carattere locale, il 38% circa nazionali e il 9% grandi congressi o convention internazionali. Un terzo delle sedi che ospitano eventi ha meno di 100 posti mentre un 41% può ospitare 250 persone.

La durata media degli eventi è stata di 1,4 giorni, con circa 80 partecipanti. Gli appuntamenti che sono durati più di un giorno sono circa 87 mila, il 25% del totale, ma muovono 12 milioni di persone, ovvero il 44%. Il core business continuano ad essere le aziende, che da sole organizzano il 66.3% degli eventi, 13,5 punti in più rispetto alla rilevazione precedente, mentre le associazioni si confermano il secondo promotore con il 22,3%.

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