“I vettori low cost aprono
collegamenti dove
incassano contributi”

I vettori low cost e le loro politiche arrembanti sono un tema che trova sempre disponibile Franco Gattinoni. Atterrato a Istanbul per la convention aziendale, il presidente di Fto risponde subito al telefono dopo aver visto le prime note sui dati 2023 diramati da Enac.

Nell’ultima stagione il dominio delle compagnie aeree low cost è stato abbagliante con la sola Ita a provare di reggere l’urto.

Su tutti Ryanair con gli oltre 50 milioni di pax trasportati e la ben nota avversione alle agenzie di viaggi.

“Lo sanno bene che gli adv sono un grande bacino di clientela e malgrado questo non vogliono avere alcun rapporto - dice Gattinoni -. Il problema non è chi viene a fare business in Italia, ma è grave che si rifiuti di collaborare con la distribuzione. Penso sia chiaro a tutti che i vettori a basso costo vanno dove incassano contributi”.

Una vecchia regola che però inizia a infastidire il mercato che chiede programmazione e stabilità. Contro il mordi e fuggi di queste ultime stagioni.

Dopo essere uscite dalla pandemia, le compagnie low cost sono state le più rapide a riprendere il passo, mentre i vettori tradizionali si sono mossi con maggiore lentezza e solo oggi s’intravede una ripresa robusta.

“Credo che le linee aree legacy siano in una fase di recupero – aggiunge Gattinoni –, mentre la crescita sta frenando. Non possiamo e non vogliamo imporre logiche commerciali a nessuno. Però non si può aprire e chiudere voli senza preavviso. Così salta la programmazione di tutta l’industria e, infatti, lato incoming, abbiamo difficoltà a far capire ai clienti che certe tratte domestiche sono soggette a variazioni”.

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