Il commento del direttore
Remo Vangelista
È arrivata la proroga per la stipula delle polizze cosiddette ‘catastrofali’, ossia le assicurazioni che le imprese devono stipulare contro i danni da calamità naturale o eventi catastrofici. I termini, che erano fissati per tutti al 1 aprile 2025, sono stati scaglionati a seconda delle dimensione delle imprese, su richiesta delle associazioni di categoria.
Mentre per le grandi imprese la data resta invariata, per le aziende di dimensioni medie il termine sarà differito al 1 ottobre 2025, mentre per le piccole e micro realtà la scadenza è stata fissata al 1 gennaio 2026.
La decisione viene incontro alle richieste delle imprese che – già sofferenti a causa del caro bollette – si sarebbero trovate assoggettate a un nuovo balzello.
“Pur comprendendo l’intento del legislatore (predisporre una rete di protezione che intervenga in caso di catastrofi e calamità, prendendo atto del fatto che lo Stato non riesce a farsi carico di tutto), è doveroso sottolineare che alcune delle soluzioni che vengono proposte sono a dir poco maldestre” scrive Federalberghi in una nota, in cui sottolinea l’apprezzamento per la decisione della proroga, ma sottolinea anche che la norma dovrebbe essere sottoposta a revisione.
Le criticità
“È obbligatorio assicurarsi contro le esondazioni, ma sembra che l'acqua alta a Venezia non sia un evento protetto, perché l’acqua della laguna proviene dal mare - si legge nella nota dell’assoziazione albergatori - . Si paga un premio per i danni causati dai sismi, ma poi ci dicono che il bradisismo dei Campi Flegrei non è protetto, perché il sommovimento del terreno non è brusco è repentino. Abbiamo 8.300 km di costa, ma anche il maremoto (che il più delle volte non è altro che un terremoto con epicentro in mare) non è protetto. Si paga per le alluvioni, ma se queste sono causate dalle precipitazioni intense (cosiddette bombe d’acqua), l'assicurazione non paga. Per non parlare del fatto che si interviene a gamba tesa su contratti già stipulati tra privati, chiedendo agli inquilini di pagare al posto dei locatori l'assicurazione sugli immobili, per di più lasciando intendere che l'eventuale risarcimento andrebbe al proprietario”.
Federalberghi chiede che il Governo e le Camere, durante l’iter parlamentare del decreto, si facciano carico della necessità di migliorare la normativa, quanto meno correggendo quegli aspetti che vanno contro il buon senso.