Il commento del direttore
Remo Vangelista
Sono gli aumenti delle tariffe nel comparto turistico ad essere immediatamente messe sotto accusa per la frenata dei viaggi e delle vacanze degli italiani certificata dall’Istat con i dati del 2023.
Le associazioni dei consumatori non perdono l’occasione per lanciare la croce addosso al mondo del turismo, che ha visto un forte incremento dei costi e quindi anche dei prezzi per i viaggiatori.
“I forti rincari dei prezzi che hanno interessato nell’ultimo anno il settore dei viaggi hanno pesato sulle scelte dei cittadini, portandoli a tagliare la spesa per le villeggiature e a ridurre il numero di notti fuori casa – spiega il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso -. A pesare sul drastico crollo delle partenze sono gli aumenti che hanno interessato prezzi e tariffe nel comparto dei viaggi: basti pensare che i biglietti dei voli nazionali sono rincarati nel 2023 in media del 37,8% su base annua. I listini di alberghi e motel sono aumentati del 14% e i pacchetti vacanza del 16,1%. Ma a salire sono anche tutti i servizi legati alle vacanze, dai ristoranti (+5,3%) ai parchi divertimento (+8,55), passando per musei e monumenti storici (+3,2%)”.
“Le tariffe nel comparto turistico sono del tutto fuori controllo e hanno raggiunto livelli insostenibili per una ampia fetta di popolazione – rincara la dose conclude il presidente Codacons Carlo Rienzi -. Un trend preoccupante che prosegue anche nel 2024, e che deve portare il Governo a studiare misure specifiche per calmierare i prezzi nel settore, affinché i viaggi non siano un lusso riservato ai ricchi ma una opportunità per tutti”.
Se è vero che i prezzi dei servizi turistici sono aumentati, è altrettanto vero che i costi dell’energia e il caro vita hanno fatto la loro parte nell’incremento delle tariffe. In particolare nel periodo di picco estivo, che infatti mostra un dato davvero preoccupante, ossia un calo dei viaggi anche rispetto ai dati dello stesso 2022.