Santanchè e gli
affitti brevi: “Non
vogliamo punire”

“Agiremo in modo fermo, nel rispetto di tutti, ma non vogliamo punire nessuno”. Il ministro del Turismo Daniela Santanchè è intervenuta con queste parole a proposito della regolamentazione degli affitti brevi, per i quali in questi giorni sono incominciati i controlli a proposito dell’obbligatorietà del Cin, il Codice Identificativo Nazionale.

Il ministro ha precisato di non voler “creare agitazione” tra i titolari e che nei “primi mesi procederemo insieme alle Regioni per effettuare verifiche e correzioni. Non intendiamo fare terrorismo”. La volontà, come scrive il Messaggero, sembra dunque quella di andare avanti, ma con un atteggiamento dialogante con i vari fronti coinvolti.

Le province con più strutture

Intanto il podio delle province con il maggior numero di strutture adibite agli affitti brevi vede sul gradino più alto Roma, seguita da Venezia e Milano. Le cifre che emergono dal sito del Ministero del Turismo segnalano un fenomeno in forte sviluppo: solo nella Capitale, infatti, si registra un totale di ben 44.245 strutture, il 77,8% delle quali in regola con il Cin, mentre la media in Italia è leggermente più alta: 79,28%.

Guardando ai numeri assoluti, la seconda in classifica è Venezia con 30.452 b&b registrati (l’85,63% in regola con il Cin), mentre - come riporta il Messaggero -, la terza classificata è Milano con 24.925 strutture (il 78,36% con il Cin). Appena fuori dal podio si collocano Lecce e Napoli; quest’ultima ha 15.769 b&b, l’88,83% dei quali in regola con il Cin. E, proprio a proposito del codice, le sanzioni per chi non lo espone fuori della struttura oscillano tra gli 800 e gli 8mila euro.

Chi invece possiede il Cin ma non lo espone fuori dalla struttura rischia una sanzione tra 500 a 5mila euro. Stesso importo per quei portali telematici che non indicano il Cin in ogni annuncio.

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