Il commento del direttore
Remo Vangelista
Perché Massimo Diana si è sfogato in quel modo con chi considera privilegiati alcuni tour operator? Il direttore commerciale di Ota forse si è stufato di sentire il solito ritornello che dice più o meno “fortunati gli operatori che programmano Mare Italia. Vendono ai prezzi che vogliono e non risentono della crisi”.
Ecco, Diana ha invece cercato di spiegare nei giorni scorsi che dalle sue parti non è tutto così facile e scontato.
Perché per raggiungere la Sardegna non è semplice. In molti lamentano mancanza di collegamenti. In sostanza, servirebbe più offerta su tutti i trasporti con voli prima di tutto.
Per non parlare dell’aumento dei costi, che non è più solo un timore, ma una realtà.
“Possiamo anche parlare degli gli investimenti che la famiglia Aprea (proprietari di Ota) continua a sostenere sul fronte del prodotto e dei servizi. Ma in questo momento è importante spiegare che ai tour operator continuano ad arrivare aumenti. E noi a chi li giriamo? Non certo all’utente finale, che non è in grado di sostenerli. Come è possibile fare utili con questi limiti? Nel 2021 siamo passati dalla recrudescenza del Covid, dalle chiusure delle regioni fino a fine maggio, da un incremento del costo del personale che ha sfiorato il 20%, dalle cancellazioni operate da Moby, Tirrenia, Volotea, dalla chiusura di Alitalia, dall’introduzione del Green pass con regole per gli hotel che abbiamo potuto verificare solo il giorno prima dell’entrata in vigore del documento stesso”.
Diana probabilmente ne aveva le scatole piene nei giorni dei soliti discorsini da comunicato che arrivano sulle nostre scrivanie. Con quelle percentuali di crescita che sembrano buttate sul tavolo come i dadi.
Il direttore di Ota ha messo le avanti evidenziando cosa non va e cosa manca. Tipo la compagnia aerea “di riferimento per la Sardegna”. In sostanza, non sarà una stagione facile ed è bene essere pronti a trovare alternative e piani di contenimento dei costi. Un esercizio sempre più difficile.