Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Non voglio più sentirmi ripetere che chi programma Mare Italia è fortunato”. Massimo Diana (nella foto), direttore commerciale di Ota Viaggi, sfoga tutta la sua amarezza nei riguardi di una situazione che quest’anno, ancora una volta e più che mai, sarà ancora molto complessa da gestire.
I nodi da risolvere
“A oggi non abbiamo indicazione sui fonte dei collegamenti per la continuità territoriale con la Sardegna, nostro prodotto di punta. Forse si saprà qualcosa a maggio. Come se non bastasse, manca il personale nelle strutture perché sono tanti quelli che preferiscono restare a casa piuttosto che tornare a lavorare. Non ne faccio una questione politica, ma ritengo inammissibile che lo stato dia soldi alle persone per rimanere a casa e invece tassi chi produce reddito e lavoro. E nessuno dice niente”.
Rischio implosione
“Il sistema rischia di implodere – tuona Diana -. In linea con l’aumento dei costi, come tour operator dovrei rialzare i listini del 20%. Una mossa insostenibile, anche perché in questo momento le famiglie non sono in grado di reggere un aumento del prezzo per una vacanza”. Incontrato a Napoli durante la fiera, il manager ha aggiunto: “Potrei raccontare dell’offerta di Ota Viaggi, che per la prossima estate avrà in portfolio 84 strutture e 5 villaggi nuovi; potrei parlarvi di tutti gli investimenti che la famiglia Aprea continua a sostenere sul fronte del prodotto e dei servizi. Ma in questo momento è importante fermarsi e fare una riflessione improcrastinabile: ai tour operator continuano ad arrivare unilateralmente aumenti. E noi a chi li giriamo? Non certo all’utente finale, che non è in grado di sostenerli. O si crea un sistema drogato contraendo debiti… e poi si vedrà…o bisogna dire la verità”.
Utili impossibili
Perché, quel che è certo, è che non bisogna guardare al fatturato, ma ai margini e “come è possibile fare utili con questi limiti? Nel 2021 siamo passati dalla recrudescenza del Covid, dalle chiusure delle regioni fino a fine maggio, da un incremento del costo del personale che ha sfiorato il 20%, dalle cancellazioni operate da Moby, Tirrenia, Volotea, dalla chiusura di Alitalia, dall’introduzione del Green pass con regole per gli hotel che abbiamo potuto verificare solo il giorno prima dell’entrata in vigore del documento stesso, il 5 agosto scorso, quindi a stagione già entrata nel vivo”. Tutte difficoltà che hanno indotto Ota Viaggi, come gli altri operatori, a contenere i prezzi malgrado l’aumento dei costi.
“Silenzio assordante”
Ma ora il silenzio si è fatto assordante. “E nessuno dice niente – sottolinea ancora Diana. A oggi per la Sardegna manca ancora una compagnia aerea di riferimento e il problema degli aumenti è insostenibile e non può essere certo ribaltato sui clienti. Oltretutto, la tendenza emergente vede una contrazione del numero medio di notti prenotate e di conseguenza per continuare a fare gli stessi volumi occorrono comunque più clienti. Da qui la soluzione obbligata di proporre meno prodotto, ma che possa portare utile”.
Insomma, lo sfogo di Diana ricorda come niente sia ancora scontato e la prossima stagione si prospetti comunque difficile, anche per chi programma Mare Italia. Perché, ricorda il manager, “Si tratta comunque di un’area che presenta grandi difficoltà operative. E non mi si venga più a dire che siamo fortunati perché lavoriamo su questo prodotto”.