Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il percorso non si discosta dal passato. Questo deve essere chiaro a molti. Il gruppo Lufthansa segue con estrema attenzione le vicende della cessione di Ita.
Lavora da tempo al fianco di Msc e senza dubbio la coppia piace molto al presidente del vettore italiano Alfredo Altavilla. Quando parliamo di percorso facciamo riferimento a quanto dichiarato nei giorni scorsi dal presidente della compagnia tedesca Carsten Spohr.
Il manager in un’intervista apparsa sul Corriere ha detto chiaramente che per Ita si potrebbe in qualche modo immaginare un’operazione simile ad altri vettori europei entrati a far parte del gruppo, basta “dare un’occhiata alla Svizzera, all’Austria o al Belgio. Swiss, Austrian Airlines e Brussels Airlines fanno parte del gruppo Lufthansa, ma mantengono i loro marchi, la loro identità locale e servono gli hub dei loro Paesi di origine, compresi i collegamenti a lungo raggio da e verso questi Stati”.
Però questi vettori citati da Spohr hanno subito in minima parte l’influenza della politica. Cosa che non avviene in Italia, altrimenti Alitalia (prima versione) sarebbe, forse, ancora in piedi.
Lufthansa quando è entrata in casa di Swiss, Austrian e Brussels lo ha fatto con progetti precisi ma poco malleabili. Quindi riduzione dei costi e delle sedi in giro per il mondo, con una forte concentrazione commerciale. Dalle nostre parti non sarà così semplice. Questo per tutta una serie di motivi che negli anni hanno impedito di vedere partire una giusta e sana politica nazionale del trasporto aereo.