Il commento del direttore
Remo Vangelista
Con la capacità produttiva di Airbus e Boeing ormai al limite, si fa spazio nell’arena dei costruttori di aeromobili la cinese Comac, che con i suoi C919 e ARJ21 potrebbe dare filo da torcere, in futuro, alle due grandi società costruttrici.
Secondo il rapporto Global Fleet and MRO Market Forecast 2024-2034 della società di consulenza Oliver Wyman, quest’anno inizia un nuovo periodo di crescita per la flotta aerea mondiale, dopo aver ampiamente superato l’impasse della pandemia e con la sfida di affrontare per tutto il 2024 la “continua carenza di manodopera” e le limitazioni produttive dovute al rallentamento della catena di fornitura.
Le previsioni a dieci anni
Secondo le previsioni le dimensioni della flotta aerea mondiale aumenteranno del 28% nei prossimi dieci anni, raggiungendo i 34.600 aerei nel 2034. Considerati gli ovvi problemi che sia Boeing che Airbus stanno affrontando nel soddisfare la domanda, ci si chiede quali altri attori entreranno in gioco per rispondere alle compagnie aeree. E la Cina, come riporta Hosteltur, ha abbastanza opzioni per diventare un concorrente rilevante.
Il produttore cinese Comac ha già immesso sul mercato un aereo a fusoliera stretta, il C919, e finora diverse aziende cinesi hanno già ordinato 1.000 velivoli di questo modello, che però per il momento non dispone della necessaria approvazione da parte delle autorità europee (Easa) o nordamericane (Faa). Il C919 ha una configurazione che oscilla tra i 158 e i 192 posti e un’autonomia che può raggiungere i 5.555 chilometri. Per le sue caratteristiche, il velivolo aspira a essere un concorrente diretto dell’Airbus A320 e del Boeing 737.
L’ARJ21 di Comac è invece un aereo a corto raggio, con un’autonomia fino a 3.700 chilometri e una capacità compresa tra i 78 e i 97 posti.