Il commento del direttore
Remo Vangelista
Circa 33mila macchinisti della Boeing Company sono in sciopero dopo aver rifiutato una proposta contrattuale; più si protrae la vertenza, più le conseguenze potrebbero rivelarsi pesanti per l’intero comparto aeronautico.
Boeing sta già affrontando una fase difficile a causa dei controlli derivanti dall’incidente del 5 gennaio di Alaska Airlines a mezz’aria.
E uno sciopero prolungato fermerebbe virtualmente anche la produzione del 737 Max, l’aereo più venduto della Boeing. L’analista di TD Cowen Cai von Rumohr ha affermato in un intervento riportato da Travelpulse che l’attuale sciopero potrebbe durare fino a metà novembre.
“La Boeing deve continuare a produrre questi aerei perché ha perso soldi a causa dei suoi problemi di sicurezza - ha affermato Art Wheaton, direttore degli studi sul lavoro alla School of Industrial and Labor Relations della Cornell University -. E i problemi di sicurezza sono spesso causati dalla carenza di personale”.
“Boeing ha tutti gli incentivi per negoziare un accordo in buona fede e in tempi brevi - hanno scritto venerdì in una nota gli analisti di RBC Capital Markets -. Ogni ritardo prolungato ‘metterebbe a dura prova’ il flusso di cassa libero dell’azienda”.