Il commento del direttore
Remo Vangelista
La strada per la sostenibilità è ancora lunga e tortuosa per le compagnie aeree. Lo rivela uno studio dell’associazione europea Transport&Environment, che segnala come poco più di una compagnia aerea su dieci (il 13%) abbia un piano per la transizione verde e l’uso dei carburanti sostenibili.
La classifica stilata da T&E, spiega open.online, arriva a meno di un mese dall’entrata in vigore dell’etichetta Ue che indica le prestazioni ambientali dei voli e permette ai passeggeri di confrontare le emissioni di CO2 delle diverse compagnie aeree per ciascuna rotta.
Le più virtuose
Delle 77 compagnie aeree valutate, soltanto dieci stanno facendo sforzi concreti per sostituire il cherosene fossile, ossia il principale tipo di carburante che viene usato oggi per far volare gli aerei. Al primo posto tra i vettori più virtuosi c’è Air France-Klm, seguita sul podio da United Airlines e Norwegian, che sono tra le più virtuose nell’uso di carburanti alternativi.
Completano la top ten Iag, Wizz Air, Air Transat, Dhl Group, Southwest Airlines, JetBlue e Delta Air Lines. Le altre 67 ottengono un punteggio di sostenibilità giudicato insufficiente e la metà di loro sono ancora a zero punti.
Nel 2023, spiega il report di T&E, le compagnie aeree hanno consumato 2,6 milioni di barili di carburanti alternativi, appena lo 0,15% del totale dei carburanti utilizzati dal settore. Il cherosene fossile, infatti, si attesta a cifre di gran lunga superiori e supera gli 1,6 miliardi di barili. Su questo tema gli Stati Uniti sembrano superare l’Unione europea per sostenibilità ambientale. Lo studio di T&E stima infatti che nel 2030 le compagnie aeree nordamericane utilizzeranno il 2,7% di carburanti sostenibili, mentre i vettori del Vecchio Continente si fermeranno a meno della metà (1,3%).