Il commento del direttore
Remo Vangelista
“C’è una crisi del sistema aeroportuale europeo determinata dalla crescita”. Il presidente Enac Pierluigi Di Palma non usa mezzi termini per definire la situazione degli scali del nostro continente, intasati dai troppi voli. Un traffico il cui aumento rischia di non essere più governato e di mandare in crisi l’intera infrastruttura, mentre i ritardi crescono e si accumulano.
“Un aereo - spiega Di Palma al Corriere della Sera - fa 6-8 voli al giorno, un terzo più di prima, e tocca diversi scali europei. Il primo ritardo che registra difficilmente lo azzera, anzi: con il passare delle ore aumenta”.
Aumenti a doppia cifra
E spiega come a giugno, gli aeroporti italiani abbiano registrato 21,5 milioni di passeggeri, più di quelli di luglio (21,2) e agosto (21,3) dello scorso anno. “Nel primo semestre - aggiunge - siamo cresciuti di oltre il 10%”. Va quindi cambiata tutta la pianificazione del traffico: “Non si possono più prevedere aerei con un tasso di riempimento medio del 75% - spiega il presidente Enac - perché oggi sono pieni al 90%. A parità di voli nel terminal si riversano più persone e nelle ore di picco non c’è spazio”.
Un problema di non poco conto per un sistema che si è sempre basato sulle previsioni. “Dopo la pandemia - sottolinea Di Palma - i numeri davano una ripresa del traffico ai livelli del 2019 al 2028. Siano al 2024 e abbiamo già superato quei valori”. Ecco allora il manifestarsi del deficit infrastrutturale, perché gli aeroporti non sono commisurati ai tassi di crescita e, ovviamente, la domanda non si può rifiutare. E Di Palma dà un consiglio ai passeggeri che non amino le lunghe code ai banchi del check-in: “Partite la mattina presto ed evitate venerdì, domenica e lunedì: sono giorni di picco, meglio il martedì”.