Il commento del direttore
Remo Vangelista
Sempre più grandi, tecnologici, con tanti servizi e interconnessi con la città. È questo il futuro dei nostri aeroporti che entro il 2050 si trasformeranno in ‘aerotropoli’. Si tratta di un’evoluzione naturale, secondo uno scenario descritto dal rapporto ‘The Evolution of Airports–A Flight Path to 2050’ elaborato da Oliver Wyman, di Aci World e ottenuto intervistando 20 ceo aeroportuali di tutto il mondo.
Secondo tale studio nei prossimi 15 anni il traffico passeggeri crescerà del 5,8% ogni anno per raggiungere nel 2040 quota 19 miliardi. In questi anni gli scali globali saranno impegnati su diversi fronti. Il primo è la decarbonizzazione. I Saf saranno incisivi solo dal 2030, ma saranno comunque una soluzione transitoria, perché dal 2040 dovrebbero arrivare i veicoli ad idrogeno o elettrici, almeno sul corto raggio.
La seconda sfida riguarda la tecnologia, che oggi si traduce essenzialmente in biometrica e intelligenza artificiale. Ma è la mobilità e l’interconnessione con la città che cambierà per sempre il volto dei nostri scali. Evtol (veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale) e a guida autonoma, saranno sempre più diffusi anche grazie a costi sempre più accessibili, che entro i prossimi 10 anni dovrebbero scendere da 7 a 2 euro a chilometro. Per la gestione di questa evoluzione tecnologica costante, inoltre, gli aeroporti avranno sempre più necessità di contatti con le università. Serviranno quindi campus aeroportuali e a seguire dormitori e poi luoghi per il divertimento e lo svago. Sarà l’atto finale per la nascita delle aerotropoli.