Uno nuovo spettro si aggira nel mercato delle assicurazioni, ma in Italia l’attenzione resta prudentemente ancorata a questioni tecniche: se l’esperienza pandemica ha indotto a dotarsi di polizze viaggio in qualsiasi circostanza e indipendentemente dai picchi del Covid, i massimali di copertura cominciano a essere differenziati per fasce d’età sempre più nette, così come a tenere in considerazione maggiore la storia sanitaria pregressa dell’assicurato.
La situazione italiana
La situazione in Italia al momento segue il trend internazionale, riportandolo alle dinamiche proprie del nostro Paese.
“Se le adv appaiono sempre più preparate in materia grazie anche ai corsi della nostra Academy - spiega Massimiliano Masaracchia, direttore commerciale di Spencer&Carter - i clienti stessi cominciano a verificare con più frequenza gli effettivi parametri di rimborso e massimali cui sono soggetti, avendo avuto modo di sperimentare sulla propria pelle, durante la pandemia, l’efficacia della polizza sottoscritta. Questo sta spingendo ad adottare soluzioni di copertura che limitano o escludono categorie più esposte ai rischi, come gli ultra 70enni o gli over 80. Quest’anno poi le assicurazioni multi-risk hanno registrato livelli di sottoscrizione altissimi sino a maggio (rispetto al +25 per cento circa del mercato generale sul 2019, S&C ha rilevato un +50 per cento), cui è seguito un certo rallentamento sino a giugno, probabilmente dovuto a partenze sempre più sotto data (dunque meno esposte all’annullamento viaggio). In ogni caso, le assicurazioni coprono ormai viaggi di breve, medio e lungo raggio”.
Tailor made
“I prodotti più richiesti sono quelli che consentono di costruire una polizza realmente su misura - conferma Massimo Borelli, responsabile commerciale Ami Assistance - abbinando le garanzie e i massimali a seconda dei desideri del viaggiatore. Crediamo poi che la cancellazione dei voli non rappresenti più un’emergenza vera e propria, come lo era fino allo scorso novembre per questioni legate a carenze di personale nelle compagnie aeree. Oggi il problema può palesarsi, ad esempio, in caso di ritardo del primo volo per i viaggiatori che pianificano più scali, ma non rappresenta una criticità generalizzata”.
Se il 2022 è stato caratterizzato da un massiccio acquisto di polizze per i viaggi in Italia, un recente studio di Ergo mostra quest’anno un trend di riallineamento al pre-pandemia, con una crescita più marcata per specifiche destinazioni di lungo raggio: in primavera l’Egitto ha registrato un +82 per cento di polizze vendute a fronte di un decremento del 42 per cento dell’Italia. La Thailandia - forse per l’effetto della prolungata chiusura cinese in Asia - mostra un sorprendente +82 per cento sull’anno precedente, mentre rimangono fuori dal podio delle mete ‘più assicurate’ gli Stati Uniti (quarto posto con un 20 per cento del totale delle polizze emesse nel bimestre marzo-aprile).
“Siamo di fronte a un nuovo scenario nel quale la paura del Covid si è attutita - rileva Miguel De Alvarado, direttore commerciale Ergo Assicurazione Viaggi -, ma è rimasta l’esigenza di tutelarsi con polizze che coprano l’assicurato a 360 gradi. Il nuovo scenario a cui ci stiamo preparando è quello di offrire sempre più soluzioni customizzate e adeguate alle necessità dei tour operator. Lo possiamo fare perché abbiamo una struttura snella e perché, essendo parte della più grande Munich Re, siamo in grado di garantire grande solidità economica”.
“In generale agenzie e clienti sono particolarmente attenti alla qualità del prodotto - rilancia Christian Garrone, responsabile intermediazione assicurativa I4T - e privilegiano una copertura completa, in grado di fronteggiare molteplici fonti di rischio. Nel caso dei pacchetti a organizzazione diretta, le agenzie aggiungono praticamente sempre la polizza I4Flight, tutelandosi così dai costi di riprotezione in caso di cancellazione dei mezzi di trasporto prenotati”. Benché I4T concordi sul fatto che sia cresciuta la sensibilità del mercato per i prodotti assicurativi di viaggio, ritiene d’altro canto che manchi ancora una solida cultura del prodotto, perché il cliente tende a concentrarsi su sinistri ad alta frequenza e basso impatto, sottostimando invece aspetti al altissimo impatto come le spese mediche di viaggio.
“Fra le agenzie di viaggi tradizionali - aggiunge Garrone - sta inoltre prendendo sempre più piede la vendita a distanza. Questo comporta delle responsabilità a carico dei nostri partner, come la consegna della documentazione e la firma delle polizze: usciremo dunque a breve con un servizio di firma a distanza, cioè un sistema gratuito che permetterà alle agenzie di avvalersi di uno strumento certificato, tutelando il loro ruolo intermediario”.
Pacchetti ampi
“I viaggiatori richiedono con sempre maggior frequenza prodotti assicurativi in grado di offrire una risposta concreta ai più comuni imprevisti - aggiunge Stefano Pedrone, responsabile divisione turismo Nobis Assicurazioni -, ma gli eventi più temuti appaiono quelli che coinvolgono in modo grave più assicurati contemporaneamente. Lo abbiamo rilevato, ad esempio, in occasione di incidenti stradali che hanno riguardato i pullman. In questi casi dobbiamo raccogliere in loco tutte le forze disponibili per fronteggiare esigenze molto diversificate, organizzando anche più trasporti sanitari. Il trend resta dunque quello di assicurarsi anche se si sceglie una meta in Italia, non limitandosi all’acquisto di un prodotto che tuteli il viaggiatore solo in caso di annullamento del viaggio, bensì beneficiando di un pacchetto garanzie molto più ampio e inclusivo di assistenza/spese mediche”.
I viaggiatori, di fatto, stanno ricercando sempre di più livelli di copertura superiore.
“Come ha confermato il 22° Holiday Barometer Ipsos-Europ Assistance - dichiara Erika Delmastro, head of sales & marketing travel Europ Assistance - quest’anno l’entusiasmo per i viaggi è molto alto e rileviamo una sempre maggiore propensione dei viaggiatori a partire con un livello di copertura superiore: se nel 2019, su 100 clienti di viaggio organizzato 35 compravano polizze con copertura completa e massimali rimborso spese mediche più alti, nel 2022 la percentuale è raddoppiata (70 per cento) e, nei primi mesi del 2023, si sta mantenendo al 60 per cento. Sempre rispetto al 2019, il numero delle persone che decidono di proteggere la propria vacanza con una polizza annullamento è raddoppiato e, nel settore del turismo organizzato, quasi raddoppiate sono anche le polizze con copertura completa e massimali rimborso spese mediche più alti”.
Servizi innovativi
Lo slancio di Europ Assistance gode dell’effetto di servizi innovativi come il Quick Assistance, grazie al quale chiedere assistenza digitalmente in pochi click dallo smartphone o dal pc via QR code, oltre che di prodotti apripista sul mercato quali la polizza parametrica Ritardo Volo.
“Le polizze vanno ormai ben oltre i classici rischi di assistenza, bagaglio e annullamento - conferma Marcello Alesse, ceo B&t insurance per il marchio Webins -, ragion per cui lavoriamo al superamento delle semplice logica di protezione di un elemento del viaggio, focalizzando l’attenzione su ogni singola esigenza del viaggiatore. Con la pandemia alle spalle, non è venuta meno la sensibilità di volersi proteggere, ma anzi si è sviluppata in un’ottica più articolata e specialistica, arrivando a privilegiare la formula ‘all risk’ proprio perché esaustiva di tutti i possibili danni, sia documentabili che imprevedibili. In generale, il ritorno del lungo raggio ha rafforzato l’attenzione per i massimali alti delle spese mediche, così come per la copertura anche in caso di patologie preesistenti e croniche”.
“Nonostante l’aumento dei timori per rischi ambientali come incendi e inondazioni - chiude Joe Mason, chief marketing officer - travel di Allianz Partners -, ma anche l’incremento dei costi per via dell’inflazione, i viaggiatori stanno rispondendo a sorpresa implementando il proprio budget. Lo abbiamo rilevato nel nostro ultimo Summer Vacation Confidence Index e l’Italia non fa eccezione in Europa: +5 per cento nelle spese di viaggio, a fronte di un 59 per cento allarmato soprattutto per l’impatto delle catastrofi climatiche. Solo il 30 per cento è invece preoccupato oggi per la crisi geopolitica, mentre il 27 per cento per gli aspetti sanitari”. Un indice quanto mai emblematico per il nostro Paese, che tende a focalizzare la propria attenzione sui temi più veicolati mediaticamente, anziché sulle trasformazioni e gli effetti della vita reale. Per il lavoro di sensibilizzazione delle compagnie assicurative si apre dunque una nuova fase.
Alberto Caspani