Il commento del direttore
Remo Vangelista
Giusto il tempo di firmare la lettera ufficiale per l’avvio delle procedure di uscita dall’Unione europea da parte del premier britannico Theresa May. Ed ecco che da Ryanair, da sempre schierato contro Brexit, arriva il grido d’allarme: “La Gran Bretagna rischia di rimanere senza voli dall’Europa”.
Non usa mezzi termini il chief marketing officer della compagnia low cost nel suo appello a tutta l’aviazione e al Regno Unito. Intanto si parte da una preoccupazione, ovvero che a nove mesi dal risultato del referendum il tema dei voli tra Ue e Gran Bretagna non sia ancora stato preso in esame. Una questione non da poco, considerando che dovrà essere messo in pista un tavolo di trattative per arrivare a un accordo di open sky tra le due parti.
Le conseguenze
Un questione che richiede tempo, puntualizza Ryanair, “e c’è il rischio concreto che da marzo 2019 il Paese resti senza voli con l’Europa – sottolinea Jacobs -; ma il problema è che noi temiamo che l’intesa non arrivi in tempo per la metà del 2018 e questo ci impedirebbe di realizzare il piano voli per il 2019”.
Un problema che riguarda tutti i vettori, che sono quindi di fronte a 12 mesi di grande incertezza, con possibili conseguenze e danni economici al momento ancora difficili da quantificare.