Cosa succederà se Lufthansa compra Alitalia

Voli low cost a Milano, rigorosamente in livrea Eurowings, e Roma Fiumicino quinto hub del Gruppo Lufthansa. Se il colosso dei cieli tedesco dovesse vincere la gara per Alitalia potrebbe essere questo il destino che si profilerebbe per i due principali aeroporti italiani.

Un destino che, stando a quanto riporta il Corriere della Sera stamani, sembra definirsi sempre più nel dettaglio: i progetti del gigante teutonico per Alitalia non solo stravolgerebbero la programmazione dei due scali, ma anche l’utilizzo della flotta in forza ad Az e, ovviamente, del suo personale.

Il ridimensionamento
Il taglio al parco macchine, secondo quanto si legge sul quotidiano, prevede un passaggio dagli attuali 123 velivoli a un totale di 75-80 aeromobili, di cui 25 per il long haul e 50-55 per il corto medio.

Dall’operazione per il momento rimarrebbero esclusi i mezzi della flotta Cityliner, ma tutto potrebbe dipendere dall’esito delle trattative che verranno aperte.

Spazio alla corazzata Eurowings
Sul fronte dell’operatività, invece, grande spazio dovrà essere lasciato alla corazzata Eurowings: un vettore che il ceo di Lufthansa Carsten Spohr (nella foto) nei giorni scorsi, commentando i dati del terzo semestre, ha detto “sta avanzando più rapidamente di tutti sul continente europeo” e per il quale sono previsti investimenti miliardari.

Questo significherebbe che gli slot sugli scali milanesi (e, forse, dell’intero Nord Italia) ora in possesso di Az verrebbero utilizzati dalla low cost tedesca, mentre per Alitalia resterebbe sostanzialmente un ruolo marginale. Più significativo il peso del vettore nazionale su Roma Fiumicino, che nei piani rimarrebbe fulcro delle operazioni lungo raggio verso Stati Uniti e America centrale e meridionale.

Un capitolo più spinoso si aprirebbe per i dipendenti, che nei progetti del Gruppo Lh verrebbero tagliati del 40% nel ramo aviation.

A grandi linee la prospettiva per un’Alitalia sotto l’egida Lufthansa sembra non discostarsi molto dalla strategia messa in campo per rilevare e salvare l’allora Swissair, poi rebrandizzata e rilanciata con Swiss. Ora bisognerà attendere il verdetto, e capire se invece il piano messo a punto dalla low cost britannica easyJet sia invece più ‘roseo’ di quello profilato dai tedeschi. Per ora ancora nulla trapela al riguardo.

Senza dimenticare il ruolo che potrebbe giocare il fondo americano Cerberus, che nei giorni scorsi si è dichiarato interessato a rilevare l’intero vettore. R. P.

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