Il commento del direttore
Remo Vangelista
Brian Chesky, cofondatore e ceo di Airbnb, non ha parlato apertamente di una nuova compagnia aerea, ma è ormai chiaro che la tentazione nell’industria dei voli per la piattaforma di affitti brevi è decisamente forte.
In un’intervista rilasciata nei giorni scorsi al britannico Sunday Times, il numero uno di Airbnb, a chi gli chiedeva se il nome scelto per un eventuale vettore potesse essere proprio ‘Air Bnb’, lui ha anche risposto con tono scherzoso: “Bnb Air!”
L'ispirazione Amazon
Se l’ipotesi del vettore in livrea rossa e bianca non è ancora confermata, di certo c’è che Chesky ha ribadito l’intenzione della piattaforma di volersi evolvere in un ‘one-stop-shop’ per i viaggi. Attualmente, a 10 anni dalla sua fondazione, Airbnb vanta numeri di tutto rispetto: con 4,5 milioni di alloggi distribuiti in 81.000 città, la piattaforma ha ospitato 300 milioni di notti.
Facendo un chiaro parallelo con il business di Amazon, il ceo di Airbnb ha sottolineato come “tra le big tech companies, l’evoluzione di Amazon è quanto di più vicino a quello che vorremmo fare noi: vogliamo essere un one-stop-shop per i viaggi”. E questo include, in un’unica prenotazione, il pernottamento, i servizi a terra e ovviamente anche i voli.
Chesky ha aggiunto come in questi mesi siano state vagliate svariate possibilità per aprirsi anche al settore aviation, con potenziali piani “disruptive”, nel classico stile Airbnb.
Le mille vite dell'homesharing
C’è da dire che dalla sua fondazione, la piattaforma di affitti brevi ha saputo evolversi in svariati modi, aprendo al business travel e lanciando le Experiences, facendo inizialmente tremare i polsi ai grandi big player tecnologici competitor. E ora che punta al miliardo di clienti, Airbnb ha dato il via anche al business di alta gamma.
In realtà un avvicinamento al mondo aviation c’è anche già stato, seppur in maniera meno diretta dall’avvio di una vera compagnia.
I partner tra i vettori
Sono infatti diversi i partner aerei della piattaforma di homesharing: una collaborazione con Virgin America dal 2015, cui l’anno dopo hanno fatto seguito Qantas e Delta nell’utilizzo dei punti accumulati con i programmi fedeltà dei vettori. La sussidiaria di Qantas Jetstar dal proprio portale web consente poi l’accesso al booking di Airbnb, mentre tra le europee il gruppo Air France-Klm ha siglato un’intesa tra il suo nuovo brand Joon e il portale Airbnb Experiences.
Ma il passo più eclatante è quanto è stato fatto nel 2017 in Australia e Nuova Zelanda, dove Airbnb grazie a un accordo con Flight Centre permette l’acquisto contestuale di voli e accommodation.
L’intenzione di diventare “l’Amazon dei viaggi” l’aveva già annunciata anche Michael O’Leary parlando dello sviluppo della sua Ryanair: evidentemente, Amazon ispira proprio tutti. Ora bisognerà vedere se Airbnb diventerà anche un nuovo competitor dei cieli.