Il commento del direttore
Remo Vangelista
Alitalia ha portato a casa il via libera del Senato al decreto che posticipa la vendita al prossimo 31 ottobre e che ora dovrà passare all’esame della Camera. Ma lo scenario sul destino della compagnia è tutt’altro che chiaro. Anzi, se possibile è ancora più complesso di quanto non si presentasse prima del voto. Se in un primo momento, infatti, l’esito elettorale era atteso come una svolta, ora le incertezze sul nuovo Governo aumentano i dubbi sul futuro.
Le ipotesi al vaglio, in questo momento, sono diverse e vanno dall’esecutivo politico del tandem Lega-M5S al Governo tecnico di Carlo Cottarelli. E ciascuna soluzione porta con sé conseguenze differenti per la compagnia.
Come sottolinea La Stampa, infatti, la nascita del Governo Cottarelli non avrebbe quel carattere politico indispensabile per portare avanti la trattativa con i pretendenti. E, dunque, farebbe slittare ulteriormente al vendita, con tutta probabilità al 2019.
Sull’eventualità che prenda forma il governo Giallo-Verde, che invece avrebbe le carte in regola per riprendere le trattative, resta il dubbio sulle intenzioni delle due forze politiche. Nel contratto di Governo pubblicato dieci giorni fa, infatti, per quanto riguarda Alitalia si leggeva: “Siamo convinti che questa non vada semplicemente salvata in un’ottica di mera sopravvivenza economica, bensì rilanciata, nell’ambito di un piano strategico nazionale dei trasporti che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo”.
Dal canto loro gli acquirenti, ovvero Lufthansa, easyJet e Wizzair, hanno chiarito già più volte di non volersi muovere senza il nuovo esecutivo. Ma anche l’idea di un Governo a scadenza come potrebbe essere quello di Cottarelli, probabilmente, non spingerebbe i pretendenti a portare avanti le trattative.