Lo strano caso dell’olandese Klm

Mettiamo il caso che gli olandesi decidano di tornare indietro. Mettiamo il caso che ad Amsterdam si voglia rivedere il vecchio accordo che li relega in seconda fila. Può sembrare strano, ma quel che rimane di Klm sta pensando di avviare una causa di divorzio dalla più forte e numerosa Air France.

Su alcuni giornali stranieri questo spiffero sembra prendere consistenza, forte  del fatto che la divisione olandese appare oggi meno litigiosa e più performante del socio forte di Parigi.

In casa Air France stanno infatti facendo i conti con una situazione finanziaria non esaltante e con la nomina del nuovo ceo Benjamin Smith, un canadese che non piace ai sindacati transalpini. Non lo vogliono e pretendono un capo azienda francese. I sindacati si mettono ancora una volta di traverso e anche il Governo di Parigi inizia a mostrare segnali di nervosismo.

Intanto, da qualche mese a questa parte gli olandesi leggono e rileggono i dati di traffico e finanziari delle due compagnie aree. Oggi che Air France fatica a raggiungere i risultati attesi, in casa Klm fanno notare che senza di loro il rosso di esercizio sarebbe pesante.

Solo pensieri e chiacchere in libertà nei corridoi di Schiphol, ma gli azionisti Air France iniziano a preoccuparsi.

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