Il commento del direttore
Remo Vangelista
Che cosa vuole diventare Malpensa, da grande? Secondo molti indicatori è già al top. Ma può crescere ancora. E il nuovo management, che da inizio anno ha preso in mano le redini di Sea, sta cercando di ridisegnarne il volto e soprattutto il posizionamento, partendo da una certezza: se come numero di passeggeri è il secondo in Italia, largamente dietro a Fiumicino (24,6 contro 42 milioni nel 2018), Malpensa è lo scalo nevralgico del Nord Italia e questo ne fa un formidabile volano di sviluppo.
Volano per l’economia
“L’impatto socio-economico, sul territorio limitrofo e sul Paese, è il dato che più mi piace sottolineare” osserva il presidente di Sea, Michaela Castelli incontrando la stampa durante l’ultima assemblea degli azionisti. L’anno scorso sono sbarcati a Malpensa 7 milioni di turisti stranieri, di cui 1,4 extraeuropei. Secondo Sea, l’impatto generato dallo scalo sul sistema turistico italiano è di 7,3 miliardi di euro e vi ruotano attorno, tra dipendenti diretti e indotto, almeno 109mila posti di lavoro.
Vocazione social
Anche la qualità del servizio è elevata. Secondo Epan (European Airport Puntuality Network) mostra un tasso di puntualità del 75,5 per cento, superiore alla media continentale del 71,2 per cento. Ed è primo in Europa in un ranking cruciale, quello dell’Istituto tedesco qualità e finanza, che misura il Ses (Service experience score) assegnato da un panel selezionato di clienti business. Il sistema aeroportuale lombardo ha persino un primato social, con i quasi 600mila like del canale Milano Airports, tra i primi al mondo a utilizzare i ChatBot (assistente virtuale automatico) come servizio passeggeri.
Il servizio sui piani di Malpensa è disponibile su TTG Magazine, anche online sulla Digital edition.