Il commento del direttore
Remo Vangelista
Manca meno di una settimana al 15 luglio e il futuro di Alitalia sembra ancora tutto da scrivere. Intorno alla compagnia le uniche certezze, ormai da diversi mesi, sono Delta e Fs insieme al Mef, mentre sul quarto partner regna il caos più assoluto, sull’onda delle baruffe di Governo, che si riflettono anche sulle trattative per salvare la compagnia.
Da questo punto di vista è stata assai emblematica la giornata di ieri quando nel giro di poche ore sulla scadenza imminente si è detto tutto e il contrario di tutto.
Rinvio, sì, no, forse
Prima è spuntata l’ipotesi di rinvio per dare il tempo al premier Giuseppe Conte di prendere in mano le redini della questione e appianare i dissidi su Atlantia per poi farla entrare nella partita (secondo diverse fonti sarebbe l’unico partner tra quelli sin qui chiamati in causa a mettere d’accordo sia Delta sia Fs). Neanche il tempo di avviare la macchina ed ecco che dal Mise, guidato da Luigi Di Maio, un portavoce frena tutto e ribadisce che oltre il 15 luglio non si deve andare e che una soluzione è imminente (in pratica dovrebbe arrivare dagli incontri in corso con i tre che si sono finora proposti, Toto, Lotito, Efromovich).
L’affondo del ministro Tria
Come se non bastasse, a complicare ulteriormente la situazione ci ha pensato il titolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze: secondo quanto riportato da Italia Oggi, infatti, il ministro Giovanni Tria non solo ha aperto a un rinvio della scadenza per approfondire ulteriormente la situazione e avere maggiori certezze sul partner industriale. Ha anche evidenziato che allo stato attuale è ancora tutta da definire la quota che il Mef impegnerà in Alitalia: questa infatti dipenderà da quali saranno gli investimenti degli altri soggetti chiamati in causa.
Quelle che si aprono davanti, quindi, sono ancora una volta ore cruciali e lo scenario che si prepara è tutt’altro che prevedibile. E la sensazione che all’improvviso possa spuntare il clamoroso colpo di scena è tutt’altro che remota. Sia che si chiami Lufthansa o Air France, sia che si (ri)chiami capitani coraggiosi.