Il commento del direttore
Remo Vangelista
Lo si potrebbe chiamare l’autunno caldo di Ryanair, se non fosse che le prime avvisaglie sono iniziate già in piena estate e nuovi sviluppi, tra minacce di scioperi, scioperi già conclamati, tagli al personale e chiusure di basi e rotte, sono attesi nelle settimane a venire.
Le cronache più recenti ci hanno presentato diversi avvenimenti che hanno messo in luce il momento delicato per la compagnia, che nonostante questo continua a macinare numeri da record per quanto riguarda il traffico, anche se a discapito dei profitti. Il mancato arrivo dei B737 Max previsti in consegna da qui a fine anno da una parte e l’imminente Brexit dall’altra hanno costretto il vettore guidato da Michael O’Leary a rivedere i piani e a mettere in programma il taglio di 900 piloti e assistenti di volo e la riduzione delle basi.
Sindacati sul piede di guerra
Questi ultimi due fronti hanno messo in allarme i sindacati, con i quali i vertici della compagnia ha iniziato gli incontri. E se le basi attualmente presenti in Italia dovrebbero uscire indenni dalla sforbiciata, lasciando così pressoché intatta la forza lavoro, lo stesso non sta succedendo in Spagna, dove a rischio ci sarebbero Gran Canaria, Tenerife e Girona. Uno scenario che le sigle sindacali spagnole hanno giudicato inaccettabile e che se confermato significherebbe uno stop da parte dei lavoratori.
Stop che è in arrivo per ben due volte tra fine agosto e inizio settembre in Gran Bretagna, questa volta non per la minaccia di licenziamenti, quanto per una serie di richieste a livello contrattuale da parte dei piloti. Gli effetti di questo sciopero sono al momento ancora tutte da valutare.
Cambi al vertice
Una vera e propria patata bollente con la quale dovrà a breve gestire chi arriverà alla successione di Michael O’Leary alla guida della compagnia visto il suo passaggio al vertice di tutto il gruppo prima della pensione. Nessun nome al momento.